Botta e risposta tra Fedriga e i dem Accuse reciproche di divulgare falsità
Lo scontro politico sul Trieste Running Festival diventa sempre più violento con il botta e risposta a distanza tra il presidente della Regione Massimiliano Fedriga - «è tutta una fake news» - e la replica del Partito democratico: «Inventate bugie».
Ad aprire le polemiche è stato il governatore nel corso del forum dell’Ansa di ieri, spiegando che tutto è nato da una «fake news perché nessuno ha mai escluso gli atleti africani. Semplicemente l’organizzazione aveva detto di “non volere ingaggiare” e non di “non far partecipare” gli atleti africani. Aver tacciato quindi la città di Trieste e la Regione di razzismo, come ha fatto il Partito democratico che ha parlato di “apartheid”, di “Ku klux klan” e di “corsa per soli atleti bianchi”, è una falsificazione della realtà. A causa del Pd e dei giornali che gli sono andati dietro si è danneggiata l’immagine di tutto il Friuli Venezia Giulia. Reputo inaccettabile tutto ciò visto che i dem hanno giocato sulla pelle dei cittadini e delle imprese del territorio semplicemente per un opportunismo elettorale».
Debora Serracchiani, oggi parlamentare democratica, ha replicato al presidente con durezza: «Fedriga apra gli occhi, perché forse non gli è chiara l’enormità di quello che dice. Spero sia soltanto mal consigliato. A cominciare dalle alte cariche delle istituzioni e dello sport, letteralmente il mondo intero sta dicendo al governatore che l’organizzazione della mezza maratona ha fatto un errore clamoroso. E la reazione di Fedriga è rispondere che sbagliano tutti, tranne lui. Non solo, in omaggio alle migliori tesi complottiste, il caos mediatico sarebbe colpa del Pd. I social impazziscono ovunque, la Cnn, i giornali turchi e cinesi parlano della mezza maratona di Trieste e tutto questo a causa del Pd... Forse è saggio, proprio nell’interesse della reputazione di Trieste, che Fedriga si fermi, e mediti sul significato della retromarcia di Carini».
L’ex senatore Francesco Russo, rivolgendosi a Fedriga, ha aggiunto: «L’unica fake news è che i manager degli atleti africani sono tutti disonesti. Giuseppe Giambrone è un allenatore di talenti africani, quando l’ho sentito mi ha confessato che mediamente i suoi runner guadagnano ben più di lui. Basta andare sul sito della sua struttura, il Tuscany Camp, per scoprire che, oltre ad allenare i campioni di oggi, questa società ha attivato un progetto in Uganda per dare un futuro ai ragazzi africani e per aiutare le donne africane. La colpa della figuraccia planetaria che hanno fatto Trieste e il Fvg non è di chi ha denunciato la discriminazione. Ma di chi l’ha coperta e benedetta, ovvero il governatore e l’assessore Pierpaolo Roberti» entrambi presenti alla conferenza di presentazione.
L'eurodeputata Pd Isabella De Monte aggiunge: «È proprio vero che il presidente Fedriga pensa che il caso della mezza maratona triestina sia una specie di “fake new” creata dal Pd? I giornali di mezzo mondo ne parlano, perfino Giorgetti prende le distanze, la procura della federazione apre un fascicolo e per lui rimane colpa del Pd?». «Faccio mio un commento particolarmente gettonato e azzeccato che ho letto su Facebook in questi giorni - continua -: ‘Pensavo fosse Lercio, ma purtroppo è tutto vero’». Secondo De Monte «Fedriga, sia perché rappresentante istituzionale sia perché intervenuto alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione, avrebbe dovuto dissociarsi per primo da quelle parole, come del resto hanno fatto ben presto anche i vertici della sua Lega a partire da Giancarlo Giorgetti. Tutto il mondo ha sentito e letto chiaramente quelle parole e le ha condannate, però per Fedriga sono fake news, perché per lui resta una sola ossessione: il Pd». «Nel primo anniversario del governo leghista che deprime la nostra regione – conclude De Monte – non resta che invitare il presidente Fedriga a lavorare un po’ di più per far vedere qualche risultato concreto e non perdere tempo per rincorrere fantasmi che stanno solo nella sua testa».
Per Roberto Novelli, deputato di Forza Italia, tutte le polemiche sono frutto di una cattiva comunicazione: «La retromarcia doverosa di Carini sulle sue stesse affermazioni ha fatto capire a tutti che si è trattato di un “caso non caso” dovuto solo ad avventatezza comunicativa. Se ci si fosse espressi subito nel modo corretto sui fini nobili e a tutela dei corridori africani, sarebbe stato meglio. Il danno è stato fatto e le conseguenze non sono state certamente edificanti ma è arrivato il momento di tornare a dare spazio a una grande festa dello sport». —
A.P.
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