Bosco Bazzoni, alberi decimati dal vento

TRIESTE. Ecatombe di alberi a Basovizza: le violente raffiche di Bora dei giorni scorsi non hanno risparmiato nemmeno la particella sperimentale del Bosco Bazzoni. «Si è compiuto sul nostro Carso un disastro ecologico e storico di grandi proporzioni», commenta Furio Premiani del Gruppo speleologico San Giusto.
Infatti da una verifica eseguita domenica dai volontari, che peraltro gestiscono l'area, è risultato che oltre 25 alberi di alto fusto sono stati letteralmente divelti dal terreno e abbattuti al suolo dagli schiaffi del vento. «La particella sperimentale del Bosco Bazzoni, che ospita tra l’altro l’aula didattica sotterranea “Grotta Nera” - spiega Premiani -, fu creata per volere dell’amministrazione asburgica con una delibera commissionale del Comune di Trieste nel 1892. In quella seduta venne deliberato l’acquisto di un piccolo fondo privato, esteso un ettaro, per il prezzo di 40 fiorini, denominato Bosco artificiale Bazzoni (in quell’epoca il podestà si chiamava Riccardo Bazzoni, ndr)».
Iniziarono così, in questi spazi desolati di pietre, oltre un secolo fa, i primi esperimenti di piantumazioni di varie essenze. «Nello specifico – prosegue Premiani -, nella particella che venne numerata 252, vennero poste a dimora essenze esotiche come l’abete greco, il cedro dell’Atlante e il tasso per verificarne l'adattabilità al nostro clima».
«Da queste sperimentazioni, di fatto, è partito il rimboschimento del nostro Carso col pino nero» aggiunge l’esperto.
«Oggi – conclude Premiani - guardando le particelle sembra che sia esplosa una bomba. Gli alberi simbolo di quella sperimentazione, con fusti di un metro di diametro, giacciono distesi al suono impedendo la visita al sito. Una parte della nostra storia è stata cancellata per sempre».
Tiziana Carpinelli
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