Boscarol (Pipistrel Gorizia): «Pronte 250 assunzioni. Ma la burocrazia frena»
GORIZIA. A oltre quattro anni dalla prima pietra (posata dall'allora governatore della Regione Renzo Tondo) allo stabilimento aeronautico della Pipistrel di Gorizia, anziché l'innovativo aereo ultraleggero quadriposto Panthera volano solo i misteri. E le polemiche. Cosa sta succedendo al “Duca d'Aosta” da molti mesi inibito al volo e posto sotto sequestro da parte dell'Enac? Che fine hanno fatto i promessi 250 posti di lavoro? L'azienda aeronautica che ha sede ad Aidussina ha forse cambiato strategie di espansione e non ritiene Gorizia più utile ai suoi programmi?
Ivo Boscarol, fondatore e amministratore delegato (con l'81 per cento delle azioni) di Pipistrel Lsa Srl, esce allo scoperto per chiarire tutti i dubbi. E accusa.
Boscarol, perché dopo quattro anni lo stabilimento non è ancora pronto e non c'è traccia sui cieli di Gorizia degli aerei Panthera?
«Non credo di essere io l'interlocutore indicato per fornire queste risposte. Preciso solo che i lavori dello stabilimento di Gorizia sono cominciati effettivamente tre anni dopo l'ottenimento della concessione edilizia (dal Comune di Savogna d'Isonzo ndr) e aver provveduto alla bonifica bellica e dell'amianto del sito».
Detto ciò, a chi dovremmo rivolgerci per ottenere le risposte ai nostri quesiti?
«Un anno fa ho presentato al signor Ariano Medeot, presidente della Società consortile che si è candidata a gestire l'aeroporto, e al signor Gianluca Madriz, presidente della Camera di commercio, una lista di 11 punti. Sono gli aspetti fondamentali da chiarire sull'aeroporto per capire se a Gorizia potrò mai produrre i Panthera e assumere 250 lavoratori».
Ha ottenuto soddisfazione la sua richiesta?
«A oggi ancora non ho avuto risposta a nessuna delle 11 domande».
Significa?
«Che invece di aprire uno stabilimento produttivo mi accontenterò di avere un nuovo magazzino».
E le assunzioni?
«Le faremo altrove, ad Aidussina ad esempio. Oggi abbiamo 122 dipendenti e negli ultimi mesi, per fronteggiare una maxi commessa delle forze armate indiane, abbiamo assunto una quarantina di persone. Ad Aidussina e nel circondario risiedono più di 250 famiglie che gravitano su Pipistrel».
Ricapitoliamo: la Pipistrel è un'azienda in salute, ottiene commesse a livello internazionale, è determinata ad assumere ma a Gorizia trova la porta chiusa?
«Per certi aspetti ècosì. Si pensi, ad esempio, che se io potessi produrre qui i Panthera non li potrei collaudare perché sulla mappa dell'aeroporto non è prevista la pista di connessione dal nostro stabilimento alle piste. Gli aerei non possono né uscire né entrare. Per una pratica del genere in Italia ci vogliono almeno sei mesi. Ma non è solo questo. Lo sa che qui non c'è nemmeno la copertura internet?».
Non è che dovrebbe fare autocritica o prendersela con il project manager Adriano Ceccherini per non aver approfondito le procedure burocratiche italiane?
«Certo che faccio autocritica, ma a casa mia quando si ottiene la concessione edilizia significa poter collegarsi a tutte le utenze di servizio. Prendo atto che qui non è così».
Chiariamo un aspetto che alimenta molte voci, non certo benevoli nei vostri confronti. Si dice: per forza non apre Pipistrel, i Panthera non hanno mercato.
«Balle colossali. Come quella dei soldi che io avrei preso dalla Camera di commercio. Ho avuto un contributo di 250mila euro, altro che il milione e mezzo che si dice in giro. Diffido a scrivere o a dire ancora una sola volta che Pipistrel ha incassato un contributo di un milione e mezzo dalla Cciaa».
Torniamo ai Panthera.
«In aviazione bisogna rispettare determinati tempi. Dal momento del progetto alla consegna di un aereo al committente possono passare anche sette-dieci anni. C'è la fase del design, la costruzione di un primo esemplare che deve consumare centinaia di ore di volo, superare i test dell'ente europeo per la certificazione. E poi ancora svariati e severi test. Fino adesso il Panthera ha superato brillantemente tutti i test. Il Panthera è un progetto fantastico e stiamo ricevendo ordini da tutto il mondo. Solo dall'Australia ci chiedono 96 velivoli».
Stando così le cose significa che i Panthera li costruirete ad Aidussina?
«Voglio sperare che non sia così, ma ho bisogno di risposte concrete. Se non le avrò a Gorizia farò un magazzino o un museo».
Chi la deve rassicurare?
«Le istituzioni. Sa, ho un timore. Tra un po' Madriz non sarà più presidente della Cciaa per effetto della fusione con Trieste che darà vita alla Camera di commercio della Venezia Giulia. Lo stesso sindaco di Gorizia Ettore Romoli, che tanto ci teneva a questo stabilimento, finirà il suo mandato. Temo di restare da solo e non mi piace l'aria che avverto attorno a me».
Si spieghi meglio.
«Io sono un imprenditore e la mia azienda dimostra quanto posso fare. Non mi occupo di politica ma non sono così ingenuo da escludere che la presenza di Pipistrel a Gorizia dà fastidio a qualcuno. Forse agli sloveni che non volevano investissi qui, forse a qualche goriziano che non vuole tra i piedi un'azienda slovena. Io so bene la storia di questo territorio ma non mi interesso di fascisti o di comunisti, io vedo che oggi con la nuova viabilità in un quarto d'ora si raggiunge Aidussina da Gorizia. Potremmo creare un polo aeronautico invidiabile e invece mi costringono a stare al palo».
A proposito di brutta aria, si è fatto un'idea sugli autori del blitz di vandali che ha portato alla distruzione di una quarantina di vetrate dello stabilimento?
«Non ho notizie certe da parte dell’autorità giudiziaria. Fatico molto a non convincermi che gli autori hanno agito per i motivi che ho già spiegato».
Quanti soldi è costato fino adesso lo stabilimento di Gorizia?
«Fino adesso 4,5 milioni di euro. Per cominciare a produrre investiremo altri 500mila. La sua definitiva ultimazione costerà in totale 8 milioni di euro. Noi saremmo pronti a partire con la produzione dei Panthera già a dicembre. Ma mi devono dire la verità su quando l'aeroporto sarà agibile. Appena arrivato a Gorizia ho elargito 40mila euro all'aeroclub che gestiva l'aeroporto e che comunque consentiva il volo. Poi Enac ha chiuso tutto. Pretendo date precise su quanto si potrà tornare a volare».
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