Borseggi sugli autobus: arrestata la seconda complice bulgara

Georgieva Rositsa Goranova, oggetto di mandato di cattura internazionale dal gip di Trieste, è stata fermata a Varsavia. La scorsa settimana Ivanova Sabka Vasileva era stata fermata a Londra

TRIESTE Dopo aver dato notizia dell'arresto a Londra di una cittadina bulgara per reati di furto con destrezza commessi a Trieste nell'estate dello scorso anno 8 (QUI LA NOTIZIA), l'altro giorno si è conclusa a Varsavia la fuga anche della sua complice. Georgieva Rositsa Goranova, classe 1984, insieme a Ivanova Sabka Vasileva era stata l'autrice di numerosi borseggi a danno di persone anziane compiuti a bordo di autobus cittadini nell'estate del 2017; le due donne erano state individuate dal personale del Nucleo di Polizia Giudiziaria che, per questi fatti aveva allestito e dedicato una vera e propria squadra, attingendo personale anche dalle altre strutture del Corpo.

La Goranova e la Vasileva dopo essere state smascherate si erano separate dandosi alla macchia e cambiando probabilmente luogo in cui mettere in atto la loro attività delittuosa. In conseguenza dell'informativa d'indagine che il Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale aveva inviata alla Procura della Repubblica, nella quale si sottolineava la pericolosità sociale della coppia, era stata emessa dal Gip di Trieste la misura cautelare della detenzione in carcere per entrambe le donne; a maggio di quest'anno la Goranova veniva arrestata all'aeroporto di Bologna mentre rientrava in Italia, con un volo proveniente da Sofia. Dopo un'iniziale detenzione presso il carcere di via Coroneo alla donna era stata concessa la detenzione domiciliare dalla quale aveva ben presto fatto perdere le proprie tracce, incorrendo così nel reato di evasione. A metà luglio il servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, facente capo alla Direzione Centrale della Polizia Criminale, comunicava al Comando della Polizia Locale di Trieste che la ricercata era incappata in un controllo di polizia alla frontiera tra Serbia e Ungheria, mentre la stessa, probabilmente in fuga dall'Italia, cercava di rientrare in Bulgaria attraverso l'ex Yugoslavia.

Alla luce di tali notizie, l'ulteriore informativa prodotta dagli investigatori del Nucleo di Polizia Giudiziaria, con la quale si sottolineava il comportamento volutamente contumaciale della donna, volta a eludere la giustizia italiana, induceva il gip di Trieste ad emettere nei suoi confronti, al pari della socia poi arrestata a Londra, un mandato di cattura internazionale. Il provvedimento restrittivo dava ben presto i suoi risultati poiché la cittadina bulgara, ignara dell'esistenza di un mandato di cattura internazionale che gravava su di lei, sicuramente nella convinzione di averla fatta franca, veniva sorpresa all'aeroporto di Varsavia quando, con un volo da Sofia cercava di entrare in territorio polacco.

Anche per la Goranova l'esistenza del mandato di cattura europeo permetteva alla polizia di frontiera polacca di procedere al suo arresto; di un tanto veniva data immediata comunicazione al Nucleo di Polizia Giudiziaria di via Revoltella, organo individuato dall'Autorità Giudiziaria quale referente della cattura internazionale e della successiva presa in carico. Nei confronti della donna - che per i reati commessi rischia una pena fino a 10 anni di carcere - sono state immediatamente avviate le pratiche per l'estradizione affinché nei suoi confronti sia esercitata l'azione penale per i borseggi commessi a Trieste.

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