Borse di studio negate Tre studenti vincono la battaglia con l’Ardiss

Hanno vinto la loro battaglia legale contro l’Ardiss, sono stati riammessi ai benefici per il diritto allo studio e potranno così finalmente proseguire con serenità il proprio percorso universitario. Storia a lieto fine per i tre studenti delle due Università di Trieste e Udine che, per aver tardato di pochi giorni nel pagamento dell’imposta di bollo, si erano visti negare dall’Ardiss borsa di studio, alloggio, agevolazioni per il servizio mensa e contributi per la mobilità internazionale. Con un’ordinanza dell’8 marzo scorso, infatti, il Tar aveva ordinato all’Ardiss, in seguito all’udienza cautelare, di riesaminare la posizione dei tre studenti entro 30 giorni.
L’Ardiss ha quindi risposto riammettendoli ai benefici e nella prossima udienza cautelare, fissata per la prima settimana di maggio, i giudici con tutta probabilità si limiteranno a verificare che l’ordinanza sia andata a buon fine e a chiudere il caso. A convincere i giudici della necessità di riesaminare il provvedimento di esclusione, si legge nell’ordinanza, sono stati principalmente due motivi. Il primo, su cui avevano puntato gli avvocati dei ragazzi, Giulia Battistel e e Giulia Milo, riguarda le conseguenze spropositate di un tardato pagamento: l’esclusione dai benefici è stata giudicata una «misura eccessiva e quindi irragionevole rispetto alla necessità dell’amministrazione di pianificare la gestione delle risorse».
Il secondo fa diretto riferimento alla necessità di un bilanciamento tra il diritto allo studio e le esigenze dell’amministrazione. Scrivono infatti i giudici che «nel bilanciamento tra il diritto allo studio, costituzionalmente garantito, e l’esigenza dell’amministrazione di accertare tempestivamente la sussistenza di tutti i requisiti prescritti per l’erogazione dei benefici, quest’ultima avrebbe ben potuto essere soddisfatta con l’assegnazione di un termine per consentire all’interessato il pagamento degli importi dovuti così da perfezionare l’iscrizione».
«Questa sentenza mi fa finalmente tirare un sospiro di sollievo», racconta a questo proposito Giulia Platania, studentessa catanese all’ultimo anno del corso di laurea magistrale in Ecologia dei cambiamenti climatici. Tra i tre studenti coinvolti in questa battaglia legale lei era quella con la situazione più complessa, perché a causa dell’esclusione dai benefici Ardiss si era vista inizialmente revocare anche l’alloggio che occupa alla Casa dello Studente. «Finalmente potrò continuare con tranquillità i miei studi: a breve mi arriverà la prima parte della borsa di studio e in questi giorni ho preso accordi per il tirocinio, così poi potrò concentrarmi sulla tesi di laurea», spiega. La studentessa però sottolinea anche un altro aspetto della vicenda: «Avrei sperato di arrivare a una sentenza in cui il giudice dichiarasse nulla la parte di bando relativa all’esclusione per tardato pagamento dell’imposta di bollo. Così l’Ardiss avrebbe dovuto riammettere anche i circa 30 studenti che si trovano in una situazione analoga alla nostra – evidenzia la ragazza –. Ma il risultato ottenuto è ovviamente per noi importantissimo».
Se l’Ardiss (che ieri, contattata, non è intervenuta sulla questione) non avesse agito riammettendo i tre studenti, nella prossima udienza cautelare avrebbe rischiato proprio quanto prospettato dalla ragazza: i giudici avrebbero potuto imporre di rivedere in toto le graduatorie.
Ma c’è un ultimo aspetto della vicenda di cui ancora non si conosce la conclusione, quello relativo al pagamento delle spese legali, che verrà deciso nell’udienza cautelare di maggio. «La tendenza generale dei Tar è di compensare le spese tra le parti – spiega l’avvocato Battistel –. Ma visto il caso molto particolare, perché si tratta di studenti che proprio per questioni di reddito sono ammessi ai benefici Ardiss, non è detto che anche stavolta vada così e in sede di udienza lo faremo presente».
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