Il doppio volto di Borgo San Sergio a Trieste fra sport, cultura e piaga piromani

Negli anni il rione è cambiato in meglio, ma ancora alle prese dei vandali. Che ora appiccano incendi

Gianpaolo Sarti
La panchina dove è stato appiccato il fuoco
La panchina dove è stato appiccato il fuoco

In un’immaginaria classifica dei rioni triestini con la maggior concentrazione di aree verdi, campi sportivi e scuole, probabilmente Borgo San Sergio occuperebbe i posti più alti. Oggi non manca nulla tra villette, bar, supermercati e farmacie. Ci sono una biblioteca, la stazione dei Carabinieri, l’ufficio postale e una parrocchia che fa (anche) da luogo di aggregazione. Strade pulite e autobus puntuali. Da tempo, ormai, Borgo San Sergio non è più il quartiere dimenticato e violento degli anni Ottanta e Novanta. O dei “zingani” per dirla in dialetto.

Eppure la zona deve ancora convivere con il degrado, quello delle “case dei Puffi”, e il vandalismo generalizzato. Ne sanno qualcosa i responsabili dell’Asd Trieste Victory Academy che la sera di Santo Stefano avevano rischiato che la struttura sportiva fosse travolta da un incendio, provocato con molta probabilità da un semplice petardo o da materiale simile. L’innesco era stato localizzato nel vialetto di via Petracco che percorre la parte retrostante ai campi di calcio; più esattamente nei pressi di alcune panchine (pure queste rovinate dal rogo). Qualcuno deve aver lanciato un petardo oltre la recinzione, cioè sulle sterpaglie che circondano la palestra e, subito dopo, la biblioteca comunale Mattioni. Erano andati in fiamme circa 150 metri quadrati di terreno.

Doppio rogo a Borgo San Sergio, danneggiato l’impianto sportivo: caccia ai piromani
L'intervento dei vigili del fuoco giovedì sera in via Petracco

Erano circa le 22.30. Le fiamme, alimentate dalle raffiche di bora, avevano lambito anche la tettoria e alcune delle travi di legno dell’area sportiva confinante, cioè proprio quella dell’Asd Trieste Victory Academy. Fortunatamente in quel momento stava passando una camionetta dei Vigili del fuoco, impegnata a quell’ora della sera a raggiungere un palo pericolante piegato dal vento. I pompieri erano riusciti a domare il rogo prima che si propagasse sulla struttura di legno del bar-ristorante e anche sui campi di calcio attigui.

«Fortunatamente non è successo niente di grave – sottolinea il vice presidente della società, Riccardo de Bosichi – si è trattato di un incidente, probabilmente dovuto a una bravata di alcuni ragazzi che si sono divertiti ad accendere petardi e a lanciarli. Ma il fatto non ha nulla a che vedere con il nostro centro sportivo: non è stato un atto vandalico nei nostri confronti».

L’Asd Trieste Victory Academy, con i suoi tre campi da calcio (di cui uno di recente inaugurazione), è una realtà che nel rione svolge una funzione sociale rilevante: l’Academy, grazie anche ai sodalizi con l’Asd Roianese Calcio e l’As Inter San Sergio, fa da collettore per cinquecentocinquanta giovani atleti, oltre al giro di allenatori, dirigenti e accompagnatori.

«Portando i ragazzi a giocare a calcio li togliamo dalla strada», osserva de Bosichi. «Negli anni il rione è diventato molto più sicuro di un tempo grazie anche alla nostra presenza. Noi lavoriamo anche nell’inclusione con i giovani disabili cercando di coinvolgere il Comune, anche se non abbiamo avuto un grande riscontro da parte dell’amministrazione».

Chiara invece la dinamica dell’altro incendio, quello di dimensioni più ridotte che si era sviluppato sempre a Borgo San Sergio, in piazza XXV Aprile, il giorno dopo. Era il pomeriggio di venerdì 27: alcuni passanti si erano accorti che da un cespuglio dietro la chiesa si stava alzando del fumo. In attesa dei pompieri avevano gettato secchiate d’acqua per evitare che le fiamme si propagassero attorno. Poco dopo era stata scoperta la causa: un petardo ancora fumante.

Borgo San Sergio deve fare dunque i conti con i vandali che si aggirano di giorno e di sera: incendi, furti, danni. Il fenomeno è particolarmente grave nelle “case dei Puffi”, ricettacolo di degrado, spaccio e violenze. In quegli spazi le auto abbandonate sono prese di mira dai teppisti. Alcune sono state distrutte dai rochi, appiccati da ignoti anche recentemente. Ce ne sono varie così, ridotte a relitti consumati dalle fiamme e lasciate in quel modo nei parcheggi dei residenti sotto le finestre delle abitazioni. Alcune delle auto incendiate sono state trasformate in cassonetti delle immondizie: la gente passa e butta la spazzatura oltre le finestre in frantumi, dentro gli abitacoli anneriti.

Le vetture lasciate in quelle condizioni, insieme alla sporcizia circostante e alle scritte dappertutto, calcano ancora di più quello stigma di periferia dimenticata che la zona delle “case dei Puffi”, da anni, non riesce a scrollarsi. —

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