Bora record a Trieste, Dipiazza decreta lo stato di emergenza
Raffiche fino a 176 km all'ora, mai così forti da 25 anni. Due persone colpite da tegole si trovano all'ospedale in gravi condizioni. Il sindaco punta a ricevere finanziamenti pubblici

TRIESTE La "regina" delle raffiche è stata registrata dagli strumenti di misura gestiti dall'Istituto nautico e posti sul tetto dell'edificio scolastico: 176 chilometri all'ora. Ma il dato ufficiale, che entra nelle tabelle e nelle statistiche, è quello dell'Osmer-Arpa. Che a sua volta ha registrato alla mezzanotte una super-raffica di 163 chilometri all'ora. Un record assoluto, secondo gli strumenti ai quali da 25 anni l'Osmer-Arpa affida la misura delle velocità della Bora.
A questa raffica, rilevata a a pochi passi dal molo Fratelli bandiera, ne sono seguite numerose altre con velocità superiori ai 150 chilometri orari. Un martellamento continuo della Bora che ha messo Trieste in ginocchio assieme ai suoi abitanti.
Non accadeva da anni e anni. La città si è svegliata ferita ieri mattina, ferita e segnata. Per il secondo giorno consecutivo le raffiche hanno spazzato, piegato o rovesciato tutto ciò che si sono trovate di fronte. Pedoni, motociclette, alberi, insegne, camini, finestre ma anche alcuni tetti. Alle 8 del mattino i ripetuti assalti del vento hanno avuto ragione degli ormeggi e delle bitte ai quali era ormeggiato il pontone Ursus.
La grande gru galleggiante è stata trascinata al largo assieme al vecchio rimorchiatore Audax. A bordo non c'era nessuno. Sono stati raggiunti, e riportati in banchina nel pomeriggio grazie all'intervento degli equipaggi di quattro potenti rimorchiatori della Tripmare. Certo è che la Bora ha continuato a soffiare impetuosa per tutta la giornata, smorzando i picchi della sua violenza solo in serata, quando le raffiche sono scese prima a 140 chilometri all'ora e poi a 130. «Ma qui da voi è sempre così?» ha chiesto al suo soccorritore a pochi metri dalla Stazione marittima una malcapitata turista sbattuta dalla bora tra i cespugli. Due compagni di viaggio avevano avuto meno fortuna, perché una raffica li aveva travolti, facendoli ruzzolare sull'asfalto. Oltre ai valori massimi delle raffiche i meteorologi hanno segnalato l'altissima velocità media della Bora, per tutta l'altra notte superiore ai 90 - 100 chilometri all'ora. Anche questo è un record, almeno per il nuovo millennio dal momento che per trovare qualcosa di analogo è necessario scendere fino al 1990.
Anche ieri, come lunedì, più di cento triestini hanno dovuto ricorrere ai Pronto soccorso dei due ospedali. Braccia rotte, contusioni, lesioni al capo, fratture di caviglie. ue persone sono state ricoverate in gravi condizioni perché non erano riuscite a sfuggire al bombardamento di tegole rimosse dal vento dai tetti. Sono stati colpiti al capo uno studente di vent'anni che pedalava sulla sua bicicletta e un altro ragazzo sul cui capo si è infranto l'intonaco di uno stabile, "forzatamente" rimosso dalla Bora. Anche un anziano di 70 anni è stato ferito dai calcinacci mentre camminava lungo via Palmanova. Una ragazza è stata colpita in via Cavana. Entrambi avevano perso i sensi. Poi sono arrivati i soccorsi del 118. Per entrambi i sanitari hanno diagnosticato un trauma cranico commotivo. Una donna di 46 anni coinvolta in una rovinosa caduta ha avuto invece il femore spezzato.
Il sindaco Roberto Dipiazza ha decretato lo stato di emergenza. Ha preso questa decisione al termine della riunione cui hanno partecipato gli assessori regionali alle Finanze Sandra Savino e alla Protezione civile Luca Ciriani. «Queste raffiche e i danni che stanno provocando - ha detto Dipiazza - costituiscono un pugno nello stomaco della città. Ho girato per le strade di Trieste e ho osservato: è un disastro. I danni sono enormi, ancora difficilmente valutabili per la loro estensione. Vivo qui da 50 anni e non ricordo nulla di analogo». Lo stato di emergenza consentirà al Comune di ottenere uno stanziamento immediato di 100mila euro dalla Regione, ma anche di accedere ad altri fondi. Una boccata di ossigeno. «È ovvio che questi 100mila euro non basteranno. Perché abbiamo subito danni incredibili. Ma almeno è qualcosa. Ora dobbiamo pensare a riparare i danni alle strutture pubbliche come anche alle scuole. Per i privati non ci sono possibilità di aiuto al momento». È stato un crescendo di danni e di richieste di soccorso. Il problema sicuramente più rilevante è quello del liceo Oberdan. Durante la notte una raffica ha spazzato il tetto di una parte dell'edificio. Disagi anche nella fornitura di energia elettrica. Ieri mattina a Rozzol la Bora ha spezzato il gancio che sosteneva un cavo dell'alta tensione nel punto di connessione fra la reti dell'AcegasAps e della Terna. All'interruzione, di breve durata, i tecnici hanno rimediato alimentando la rete attraverso altri collegamenti.
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