Bora-mat, robottini e droni. A Trieste va in scena la scienza “pop”

TRIESTE Ottantaquattro le postazioni della quinta edizione del Trieste Mini Maker Faire che, sfidando la canicola pomeridiana di una città in costume da bagno, hanno invaso allegramente gli spazi dell’Ictp di Miramare. La stragrande maggioranza sono maker provenienti da varie parti d’Italia, dalle vicine Slovenia e Croazia e dalla Spagna, ma non mancano le postazioni istituzionali, dall’Eurodesk del Comune di Trieste al banco di Esof 2020 Trieste, con annesso annullo filatelico speciale – solo per la giornata di ieri – per Trieste città della scienza. Ed è la presenza importante di inventori provenienti dalle vicine repubbliche che certifica ancora di più il ruolo di Trieste come capitale d’area della scienza, una delle mission, appunto, di Esof 2020.
Ci sono tutti gli ingredienti per una buona riuscita della manifestazione. E questa edizione non sta tradendo le attese: in tanti hanno letteralmente assalito di domande e richieste questi inventori pronti a soddisfare ogni curiosità. Ad accogliere i visitatori e a “refrigerarli” ci pensa all’inizio del percorso Bora-Mat, il distributore di refoli, dal Borin alla Bora scura, manna dal cielo per gli accaldati avventori – la navetta di Trieste Trasporti era così bollente, unico neo di un pomeriggio perfetto, al suo interno da far rimpiangere la lunga attesa alla fermata senza parasole di viale Miramare. Non poteva, inoltre, mancare la musica, con Megalo-Chester, orchestra di strada dotata di un meccanismo per suonare le percussioni via midi, una vera e propria busker band itinerante. Un giro attento e curioso tra questi stand può avere la capacità di introiettarti nel futuro più hi-tech, dai droni dell’Italdron Academy agli arti motorizzati di un esoscheletro realizzati dal maker Giancarlo Pellis, ma anche di regalarti puri momenti vintage, come quello offerto dal maker Riccardo Romagnoli da Forlì con il suo I-Telex the teleprinter Roloaded. «Si tratta di coniugare la vecchia tecnologia del telex, ampiamente usata fino alla fine agli anni ’80, in particolar modo dalle aziende, con la nuova rappresentata da internet».
Ma il vero tuffo nel passato lo si ha andando nell’area dei retrogame con il gruppo 12 Bit Retrogaming Trieste della maker Federica della Zonca, o vedendo scorrazzare il mitico R202 di Star Wars del maker Eugenio Cosolo, autore anche di Edward “mani di forbice”, robottino tosaerba autonomo in grado di apprendere le conformazione del giardino.
Ma è soprattutto il ventunesimo secolo a essere ben rappresentato, con lavori anche di alto livello sociale come quello della maker spagnola Lourdes Gonzales-Valera con il suo “From neuron to prothesis: the unstoppable power of 3D Printing”: «Oltre a una collaborazione con una struttura ospedaliere venezuelana per la quale sono stati realizzate parti di cranio di un paziente ancora vivente, presentiamo il progetto senza scopo di lucro “SuperGiz” ovvero protesi e gadget intercambiabili per bambini che hanno perso una mano. Si tratta di supporti stampati in 3D che possono essere sostituiti a seconda dei diversi utilizzi e possono realizzarsi in qualsiasi posto. Abbiamo anche realizzato degli zoccoli per delle capre vittime di un incendio». –
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