Bora in calo: centinaia di interventi da smaltire. Ieri raffiche a 156 km/h, con due feriti gravi. Tronchi sulle strade, danni e disagi FOTO e VIDEO

Vento in attenuazione, anche se rimangono ancora tante le situazioni di criticità dovute alle forti raffiche di ieri. Giardini pubblici chiusi e vigili “precettati”. Off limits anche il parco di Miramare. Task force in Municipio: via al Piano anti-ghiaccio sulle strade e davanti alle scuole
La scuola Ferrante Aporti, in via Pendice Scoglietto: ingresso chiuso per ragioni di sicurezza (Lasorte)
La scuola Ferrante Aporti, in via Pendice Scoglietto: ingresso chiuso per ragioni di sicurezza (Lasorte)

Dopo aver tenuto sotto scacco la città per tutta la giornata di ieri, quando le raffiche hanno toccato i 156 chilometri orari, oggi la Bora sembra aver deciso che, forse, era abbastanza: questa mattina, alle 7, l'Osmer ha registrato ancora una raffica attorno ai 100 chilometri all'ora, ma, rispetto alle sferzate di ieri, la sensazione è che il peggio sia ormai alle spalle.

Intanto quella appena passata è stata un'altra nottata di super lavoro per i vigili del fuoco che, supportata da numerose squadre provenienti anche da fuori regione, ha effettuato un centinaio di interventi, mentre altri 300 restano ancora da smaltire. Altri 25 interventi, invece, verranno effettuati dalla polizia municipale, ieri intervenuta su oltre 200 segnalazioni. Tra gli interventi da segnalare, la chiusura temporanea di un tratto di via Limitanea a causa di infissi pericolanti e l'ingresso di via Scoglietto dell'asilo Ferrante Aporti chiuso per motivi di sicurezza.

Ieri in serata il Comune ha fatto sapere che nella giornata di oggi le scuole resteranno aperte. Sospesi invece i P-days": oggi e domani niente pedonalizzazione nelle vie Imbriani e Mazzini, in quest'ultima dunque circoleranno i bus mentre via Imbriani sarà aperta normalmente al traffico. Resta l'invito dal Comune alle persone anziane a non uscire di casa se non sia strettamente necessario.

Per quanto riguarda la giornata di ieri, purtroppo sono da segnalare anche due feriti gravi trasportati a Cattinara: poco prima delle 8, un uomo è caduto in strada, davanti al supermercato di via Concordia. Per lui un trauma cranico facciale serio. E' stato intubato sul posto. Più o meno alla stessa ora, una signora di 65 anni è stata trovata a terra, probabilmente era caduta e non riusciva a rialzarsi. Soccorso, era già in ipotermia. Nel corso della mattinata si sono registrate altre 5, 6 cadute: qualche frattura non grave.

Ieri la situazione è stata particolarmente problematica anche sulle strade, con le Rive chiuse in mattinata da piazza Tommaseo a via Mercato Vecchio a causa di, alcuni problemi alla copertura del teatro Verdi. E così traffico è andato in tilt. E' stata intanto riaperta anche la parte finale di via Rossetti per un'impalcatura pericolante sulla facciata del civico 2 di piazzale De Gasperi e via Moreri, ieri chiusa per la caduta di un albero sulla linea elettrica all'altezza del civico 184.

Caos anche nel trasporto ferroviario: ritardi fino a 50 minuti si verificano lungo la linea ferroviaria tra Udine e Trieste, a causa di danni da maltempo tra le stazioni di Cormons e Gorizia. Per quanto riguarda il tram, Trieste Trasporti avvisa che è fermo, sostituito dall'autobus (con i medesimi orari). Un problema anche sulla linea 3, che esclude passagio in via Pendice Scoglietto.

Al Villaggio del pescatore un palo dell'illuminazione è caduto sopra il pallone del tennis della società polisportiva San Marco: il pallone si è rotto dopo le 23, e i danni sono ingenti (si parla di parecchie migliaia di euro).

Ma i disagi non sono finiti qui: all'ospedale di Cattinara, alle 7.30 di ieri mattina, al 14.o piano di una torre si è rotto un serramento in una stanza non occupata da degenti. Oltre venti pazienti però sono stati spostati per evitare che prendessero freddo. I guardiafuochi hanno affisso nell'ospedale dei cartelli provvisori per indicare quali porte non aprire così da evitare raffreddamenti. E al Maggiore è stato interdetto l'accesso al giardino.

Guai anche all'Istituto Deledda-Max Fabiani di via Monte San Gabriele-via Cantù, che è stata evacuato: la Bora nella notte ha danneggiato gli infissi e quindi, per questioni di sicurezza, tutti gli studenti sono stati rispediti a casa. Oggi lezioni regolari. Evacuata anche la scuola di Cologna, la "Longo", in via Commerciale alta, a causa di un albero che ha travolto un traliccio della corrente elettrica e che ha lasciato al buio l'intero comprensorio.

Poi: a causa delle forti raffiche di bora che da giovedì stanno spazzando la città, gli operatori di AcegasApsAmga hanno provveduto a mettere in sicurezza i cassonetti per la raccolta dei rifiuti, sigillandoli e dove possibile ancorandoli per evitare che possano causare disagi e rischi per la sicurezza di passanti e mezzi. Quindi, finché persisterà l’emergenza bora, non sarà possibile conferire i rifiuti negli appostiti contenitori. Di conseguenza, sono sospesi i regolari servizi di raccolta, mentre saranno assicurati i servizi essenziali alle strutture ospedaliere.

Tra le vittime del maltempo anche Miramare: il parco è rimasto chiuso per motivi di sicurezza, come si vede nella foto qui sotto di Andrea Lasorte. A proposito di verde: i giardini comunali rimarranno chiusi al pubblico anche domani per consentire, prima della riapertura, le necessarie verifiche e la messa in sicurezza di rami, alberature e attrezzature, operazioni che verranno eseguite lunedì mattina. Controlli e verifiche saranno eseguiti da personale specializzato con l'assistenza dei tecnici del Verde pubblico municipale.

Il cartello che avvisa la chiusura del parco di Miramare (foto Lasorte)
Il cartello che avvisa la chiusura del parco di Miramare (foto Lasorte)

Insomma:ieri sono volati un po' ovunque cassonetti, tegole, comignoli, cartelli, cornicioni, infissi, rami. Strage di moto: non ce n'è ormai quasi nessuna che resiste posteggiata dritta, sono tutte scarabentate a terra.

Da oggi, invece, la morsa dovrebbe allentarsi: la Bora è data in progressiva attenuazione, sostenuta ma ben al di sotto dei cento all’ora, il tutto accompagnato dalla ricomparsa del sole e dal rialzo della colonnina di mercurio.

Confermatissimo ovviamente anche l’«invito» agli anziani a non aprire la porta di casa se non proprio strettamente necessario e agli automobilisti tutti a evitare, per quanto possibile, l’uso dei veicoli privati per consentire i più ampi margini di manovra in strada ai camion spargisale e ai mezzi d’emergenza.

In tilt, come detto, anche il Porto: «Con queste condizioni - ha spiegato nel primo pomeriggio il capitano Fabrizio Zerbini dalla plancia di Tmt sul Molo VII - le navi già ormeggiate non si possono scaricare, mentre quelle che devono ancora entrare sono più sicure in mare, in rada. Non possiamo fare altro che aspettare. Certo che almeno un paio di giorni con vento di questo tipo, in un anno, a Trieste va messo in preventivo».

Qui sotto un altro video del BoraSurfer postato su Facebook.

La cittadinanza è infine invitata dal Comune a seguire le istruzioni già più volte diffuse per le emergenze legate al freddo nonchè l'evolvere della situazione attraverso i canali social del Comune di Trieste (Twitter, con l'hashtag per seguire gli aggiornamenti , e Facebook) e le varie testate giornalistiche.

Richiamando le disposizioni del Piano neve, viene rivolto dal Comune un pressante "invito", in particolare agli anziani, a restarsene a casa. E tra gli altri perentori “consigli” c’è pure quello di usare se possibile gli autobus e non l’auto, in modo da non ingolfare il traffico e lasciare le strade a disposizione degli spazzaneve e degli eventuali mezzi di soccorso ed emergenza, nonché quello di avere il senso civico di spargere autonomamente il sale (va bene anche quello da cucina, ma sacchi appositi sono ai piedi delle salite più pendenti) al di fuori della porta di casa o del proprio negozio nel caso dei commercianti ad esempio.

Acegas, infine, ricorda quanto sia importante in queste ore "proteggere" i contatori dell’acqua, per evitare che i tubi vicini si ghiaccino col rischio poi della rottura e dell’incontrollabile fuoriuscita d’acqua al rialzo delle temperature. Il rimedio migliore è quello della nonna: far correre l’acqua stessa ogni tanto senza farla ristagnare, eppoi stracci e vecchi maglioni avvolti nei nylon per i contatori esterni, sacchetti di plastica pieni di ritagli di giornale per quelli “in pozzetto”.

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