Boom di turismo, è allarme inquinamento per il lago di Bled in Slovenia

LUBIANA È uno dei gioielli d’Europa. Ma come altre perle – Venezia e Ragusa (Dubrovnik) in testa – ha conosciuto giorni migliori: quelli non imbarbariti dal turismo di massa, uno dei fattori, assieme alla pesca, che stanno minacciando il suo delicatissimo ecosistema. Si tratta del lago di Bled, vanto della Slovenia, che soffre sempre più per la pressione antropica. A denunciarlo, citando l’Agenzia per l’ambiente di Lubiana, è stata l’agenzia di stampa slovena Sta, in un articolo dedicato «all’epitomo del perfetto lago alpino».
Ma sotto la superficie blu «il quadro è molto più torbido». A confermarlo, come riporta appunto Sta, le stime dell’Agenzia per l’ambiente slovena indicano come «l’ecologia del lago è in deterioramento, principalmente per l’aumento» di quanti si tuffano nello specchio d’acqua, «per la pesca» e la presenza crescente di «imbarcazioni», ma anche per «il rapido sviluppo delle sponde del lago». Oggi le acque del lago «sono classificate come buone o accettabili, ma entro il 2021 potrebbero non rispettare più gli standard di qualità Ue».
Quali i problemi che gravano sulla salute del lago? Certamente l’impatto del turismo, «il traffico crescente» sulle sue rive, un numero sempre maggiore di pescatori che vi riversano tonnellate di mangimi per carpe, i tanti bagnanti e le infrastrutture - canalizzazione in testa - «che non hanno tenuto il passo con l’aumento dei visitatori», ha evidenziato l'agenzia.
Cosa bisogna fare? «Rimuovere le cause di inquinamento prendendo misure che riducano l’intensità dell’uso dell’area», in particolare ricorrendo a restrizioni alla pesca che causa l’innalzamento dei livelli di fosforo e cianobatteri nel lago: è questo l’appello dell’esperta dell’Agenzia per l’ambiente, Spela Remec Rekar, che ha ricordato come l’acquisto di un’imbarcazione elettrica per pulirne la superficie sia un miglioramento minimo, «viste le dimensioni del problema».
Assai meno fosco il quadro che dipinge il sindaco di Bled, Janez Fajfar. La situazione sul fronte ambientale «non è preoccupante», esordisce, sottolineando che in ogni caso le autorità responsabili «sono quelle statali, anche se noi facciamo del nostro meglio per influenzare» positivamente la situazione. Bled soffre di problemi simili a quelli di altri laghi alpini, «con scarso ricambio d’acqua ed eccessiva pressione» esterna sul bacino. Tra queste c’è quella del turismo, in testa i «visitatori di un giorno» e i maleducati che «vogliono tuffarsi» dove è vietato. Ma il turismo rimane un’opportunità. E «vogliamo più ospiti da Trieste», rimarca il sindaco.
Le difficoltà per Bled derivano dalla sua stessa natura di lago «di origine glaciale, con una superficie di soli 147 ettari», interviene Tomaz Rogelj, direttore del locale Ufficio per il turismo, spiegando che le minacce più serie sono «i nutrienti nell’acqua che causano la fioritura di alghe; l’alto numero di visitatori; e la fertilizzazione dei campi vicini». Ma Bled non sta a guardare, con iniziative per sensibilizzare turisti e residenti sul rispetto della natura e sull’importanza di non bagnarsi «fuori dalle aree dedicate», l’installazione di «colonnine per la ricarica contemporanea di 38 auto elettriche», campagne pro-riciclo rifiuti, un bypass stradale che ridurrà il traffico e nuove fogne. «Abbiamo capito che il futuro si costruisce a piccoli passi», chiosa Rogelj. E che è cruciale che il concetto di sviluppo sostenibile sia fatto proprio «da tutti, abitanti e turisti». —
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