Boom di nuovi poveri, raddoppiano i triestini aiutati dalla Caritas
TRIESTE. Cresce a ritmo allarmante il numero di “nuovi poveri” a Trieste a causa dell’effetto-Covid. A confermarlo è il report appena presentato dalla Caritas del capoluogo giuliano, aggiornato al mese scorso. Un boom che tocca in particolare i residenti italiani e non risparmia gli under 30. In quattro mesi (da giugno a settembre), il numero di triestini che frequenta il refettorio della Caritas “Giorgia Monti” in via dell’Istria è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2019.
Persone che non sono più in grado nemmeno di trovare i soldi per un pasto caldo: il segnale tangibile – si sottolinea nel report – di un aumento della povertà assoluta. «Preoccupa constatare che sempre più spesso al refettorio vediamo giovani italiani. Fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile» osserva il direttore dell’ente diocesano, don Alessandro Amodeo.
Uno scenario analogo si registra a Gorizia, come conferma il direttore della Caritas isontina, Renato Nucera: «C’è un’impennata nelle richieste di assistenza dei residenti italiani che si rivolgono ai nostri empori della solidarietà o chiedono aiuti economici per pagare bollette e affitti».
Scendendo nel dettaglio dei dati, la percentuale dei residenti a Trieste che si è rivolta al refettorio diocesano sul totale degli accessi è passata dal 3,6 all’8,6%. Continua anche il trend in crescita dei triestini rimasti senza casa che nell’arco degli ultimi quattro mesi ha dovuto rivolgersi alle strutture di accoglienza della Caritas, tramite i servizi sociali del Comune di Trieste.
Anche in questo caso raddoppiate le presenze: dai 70 residenti accolti tra giugno e settembre 2019 si è passati ai 129 dello stesso periodo del 2020. È il risultato anche della messa a regime dell’accordo stipulato con lo stesso ente municipale per superare la logica dell’accoglienza in emergenza e arrivare a un sistema più strutturato, che consenta di aiutare le persone a riprendere in mano le redini della propria vita con progetti individualizzati. L’obiettivo è, insomma, andare oltre i piani dell’emergenza-freddo.
Le strutture di accoglienza sono il Teresiano in via dell’Istria, Casa Betania in via Chiadino, Casa Maràna tha in via Vasari dove ci sono anche cinque appartamenti a disposizione. «Oltre a pernottare – rimarca don Amodeo – si può mangiare, senza correre il rischio di essere rimessi sulla strada alle 8 del mattino».
«In questo periodo il dato che più risalta è proprio l’aumento del numero di residenti che ha bisogno di accedere ai servizi sociali – continua il direttore della Caritas giuliana –. Triestini che fino a pochi mesi fa vivevano normalmente e ora non riescono a mettere assieme il pranzo e la cena. Gente che è rimasta senza lavoro, persone finite in cassa integrazione e che non hanno ancora ricevuto i soldi. Colf, lavoratori del settore della ristorazione e del commercio. Sono tantissimi gli italiani che ora si trovano in serie difficoltà economiche. E purtroppo la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi. Sarà fondamentale poter contare sul fondo intitolato alla memoria del Vescovo Ravignani, da 100 mila euro, che consente di aiutare chi ha bisogno a pagare bollette e affitti. Ovviamente ci auguriamo che i cittadini che non hanno problemi di risorse ci aiutino con delle donazioni. Sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili».
A ormai sette mesi dall’inizio dell’emergenza Covid la Caritas triestina ha pensato anche all’attivazione di nuovi servizi ad hoc. All’evidente rischio di un peggioramento della situazione economica, si aggiunge la preoccupazione per l’approccio psicologico dei cittadini a una situazione imprevedibile, che sfocia in forme di malessere, depressione, solitudine e paura.
L’emergenza ha reso necessario ripensare i servizi e in quest’ottica la Caritas ha deciso di attivare un servizio di ascolto telefonico, il numero verde Ascolto 800 629679 che ha lo scopo di sostenere le persone in difficoltà economiche, ma anche relazionali per solitudine o per altri problemi scatenati oppure acuiti dalla pandemia. I volontari che risponderanno alle telefonate avranno il compito di accogliere e ascoltare le persone, anche se a distanza, e di aiutarle direttamente o indirizzando a enti e istituzioni che sul territorio si occupano di problemi specifici. Sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12, martedì e giovedì dalle 15 alle 17 e dalle 19.30 alle 21.30.
Anche nell’Isontino, intanto, ci si prepara a fronteggiare l’onda d’urto in arrivo tra novembre e gennaio: «Nei nostri quattro empori della solidarietà ci aspettiamo un incremento delle presenze di cittadini italiani e lo stesso accadrà per le richieste di assistenza che arriveranno ai nostri centri di ascolto – spiega Nucera –. Proprio per l’emergenza Covid abbiamo istituito il l fondo Scrosoppi che consentirà di erogare aiuti economici a fondo perduto, previo esame della commissione, a chi ha subito le conseguenze peggiori dal punto di vista lavorativo ed economico».
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