Boom di immersioni Camere iperbariche potenziate in Croazia

di Andrea Marsanich
FIUME
Tempestivo intervento del governo della premier Jadranka Kosor per migliorare il servizio di medicina iperbarica, d’ importanza strategica visto che le acque del versante croato dell’ Adriatico ospitano (e lo faranno nelle prossime settimane) da 40 a 50 mila subacquei. Finora le camere di decompressione di Pola, Crikvenica (regione fiumana), Spalato e Ragusa (Dubrovnik) offrivano cure adeguate soprattutto durante l’ orario di lavoro. Non che dopo gli infortunati venissero trascurati o curati male, ma è accaduto più di una volta che i soccorritori dovessero cercare i medici che, concluso il turno lavorativo, se ne stavano a casa, dagli amici, in barca o altrove. Grazie invece a mezzi stanziati da tre ministeri, le camere iperbariche a Pola, Crikvenica e Ragusa saranno finalmente a disposizione 24 ore su 24, con i medici a fare i turni e regolarmente retribuiti per gli straordinari. Il denaro per garantire il servizio ininterrotto – decisivo per poter salvare vite umane – sarà versato dai ministeri del Mare, Turismo e Sanità.
Il dicastero della Difesa si occuperà invece della camera di decompressione a Spalato, situata all’ Istituto di medicina marittima presso la Marina militare croata. È quanto deciso recentemente in una seduta a Zagabria, promossa per migliorare i servizi di medicina iperbarica e alla quale hanno partecipato esponenti dei suddetti ministeri e del policlinico Oxy di Pola. Tra le conclusioni, quella di fissare il coordinamento tra i dicasteri di Sanità e Difesa per potenziare il sistema di trasporto rapido dei subacquei colpiti da embolia. Il viaggio verso il centro più vicino, in casi del genere, avviene a bordo degli elicotteri del ministero della Difesa. Si vuole insomma limitare il numero di casi tragici, che nel 2010 ha visto in Croazia la morte di 15 sub, come pure vicende come quella avvenuta di recente a Spalato. Nel capoluogo dalmata è stato trasportato d’urgenza un subacqueo vittima di embolia, ma successivamente si è reso necessario il trasferimento a Pola dove risultava più facile reperire un medico che lo potesse curare e assistere dopo la sistemazione nella camera di decompressione. In Croazia, oltre alle strutture già citate, sono in funzione una camera iperbarica mobile a Zara e un’altra a disposizione su una nave ormeggiata a Comisa, sull’ isola di Lissa. Va detto che giorni fa la Regione del Quarnero e Gorski kotar ha stanziato 22 mila e 800 euro per le necessità della medicina iperbarica al Centro di talassoterapia di Crikvenica. Infine ecco alcuni dati riguardanti le operazioni di salvataggio. Dall’inizio dell’anno al 20 agosto scorso, sono state portate a termine nelle acque croate dell’ Adriatico 260 azioni di ricerca e soccorso, nel corso delle quali sono state tratte in salvo 655 persone e 173 imbarcazioni. Sono dati comunicati dal Centro nazionale di ricerca e salvataggio in mare, con sede a Fiume.
Negli incidenti marittimi sono decedute 11 persone, con 29 feriti, mentre le persone scomparse sono 3.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo