Boom delle cremazioni Il funerale deve attendere
I tempi cambiano. Una frase fatta che va bene anche se si parla di defunti. Lo dimostra la recente richiesta da parte dei Servizi cimiteriali di AcegasApsAmga al Comune. In ballo la necessità di avere 61 celle frigorifere in più (al momento ne sono in uso 39) e un ulteriore forno crematorio. La ragione per una simile domanda, che prevede un rimpinguamento delle disponibilità di quasi il 64%, vede un concorso di motivi. «Da circa un anno e mezzo ci sono due tendenze da parte dell'utenza», dicono da Acegas: «Da una parte spostare i funerali al sabato, giorno in cui le persone sono più libere. Dall’altra procrastinare la data del funerale. Un tempo c’era l’ansia di farlo subito, oggi invece non c’è più la premura di elaborare il lutto. Non c’è una statistica, ma lo si nota».
A spingere comunque AcegasApsAmga ad avere nuovi strumenti è dunque anche il frequente posticipo della data dei funerali da parte dei parenti per altri diversi motivi. «Questo avviene perché magari si cerca di organizzare la cerimonia in modo che tutti i familiari provenienti da fuori Trieste possano essere presenti - spiegano ad esempio da Onoranze funebri Sant’Anna -. Oppure ancora incide il picco di decessi che si manifesta durante i periodi molto freddi, cioè a gennaio, oppure in agosto, quando fa molto caldo». A questo si aggiunge anche un aumento delle richieste di cremazione, che oggi, sottolinea l’ingegner Maurizio Romanello di AcegasApsAmga, corrisponde ai due terzi delle sepolture. Di tutt’altra opinione sono invece altre imprese di pompe funebri. «La gente non procrastina i tempi dei funerali - afferma Renzo Ricamo, amministratore dell'impresa Zimolo - e il problema riguarda piuttosto i tempi tecnici per la richiesta in Comune della cremazione e l'esecuzione poi della stessa da parte di AcegaApsAmga. Io propongo un tavolo tecnico per capire come gestire questa situazione, nuove celle secondo me non servono, ma bisogna abbreviare i tempi». Perché secondo i dati si attende per vari motivi anche un mese dopo il funerale per fare la cremazione.
I familiari del deceduto infatti sono obbligati a firmare un documento per confermare il desiderio espresso in vita dal parente defunto davanti a un ufficiale di Stato civile. Per questo, attraverso le agenzie di pompe funebri, devono prenotare un appuntamento per firmare la manifestazione di volontà. Tempo d’attesa? Un esempio lo fa lo stesso Ricamo. «Se oggi è il 4 aprile, la prima data utile è il 20 dello stesso mese», dice. Nel frattempo il corpo è conservato nella camera fredda. Il periodo è così lungo a causa, dicono gli addetti alle onoranze funebri, «perché le persone che si occupano di queste pratiche dell’Ufficio cremazioni sono solo due, le richieste sono tante e gli orari disponibili relativi a poche ore».
Una volta poi ottenuto il placet, si deve attendere che i servizi cimiteriali procedano e cercare un posto disponibile nella tabella degli orari per le sepolture comunali e nelle tombe di famiglia. «Nel Comune di Aurisina e San Dorligo - spiega invece l’impresa Alabarda - è diverso, perché il bacino di utenti è ristretto e quindi si va più veloci. A Trieste fino a un anno e mezzo fa si poteva portare l’autocertificazione e raccogliere noi stessi le testimonianze dei parenti. Era tutto più agile».
Ma se a Trieste ormai questa è la prassi, in altre città del Fvg non funziona così. Chiedendo informazioni a un’impresa di onoranze funebri del pordenonese l’amministratrice risponde che è direttamente l'ente stesso a fare il servizio, cioè non c’è l'obbligo dell’utente di recarsi in Comune per firmare la cosiddetta manifestazione di volontà per la cremazione, «ce ne occupiamo direttamente noi», dicono al telefono: «Tempo due giorni e si ottiene il permesso». Il problema invece qui è il forno crematorio, «per cui ci vogliono circa 20 giorni», sottolineano.
Anche a Monfalcone accade la stessa cosa. E alla possibile risposta sul perché oggi si tenda a chiedere molte cremazioni, Alabarda risponde: «È un aumento che riguarda soprattutto il Nord Italia, perché probabilmente occupano meno spazio, ci sono delle regole nelle tombe di famiglia e nei cimiteri diverse e non tutte le salme sono seppellibili». Intanto il plan di AcegasApsAmga attende una risposta da parte del Comune, che dovrà decidere se investire ulteriori fondi, visto che è l’ente proprietario del cimitero, che si occupa della manutenzione straordinaria e dell’acquisizione di eventuali nuove apparecchiature e strumentazioni».
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