“Bonus bebè” cancellati con un sms alle famiglie
Un “sms” partito con modernissima efficienza dallo “Sportello famiglia”, assessorato alle Politiche sociali del Comune, ha confermato la cattiva notizia: sì, è proprio vero, quest’anno la Regione non ha finanziato il “bonus bebè” che una legge del 2006 aveva istituito. Nessuna speranza di avere 600 euro per i primogeniti e 800 euro per i secondi nati (e somme diversamente graduate per terzi e ulteriori bimbi, per gemelli, per adottati) in aiuto alle spese che un neonato porta in famiglia, ovvero un incentivo a non farsene spaventare.
I delusi di quest’anno, a Trieste, sono 377. È il numero delle domande che le famiglie triestine avevano depositato in Comune, aspettando un figlio. Il 20 agosto, data in cui la Regione ha comunicato le decisioni prese con l’assestamento di bilancio, e cioé di aver spostato diversamente le cifre di sostegno alla famiglia, per esempio alzando la quota per le rette degli asili, il Comune non ha più accolto domande.
E c’è da pensare che ne sarebbero arrivate molte di più, facendo base sui dati dello scorso anno, tenuto conto che di media a Trieste nascono 1500 bambini ogni 12 mesi.
«Le domande, che coincidono con il numero di contributi versati - spiega l’assessore alle Politiche sociali, Laura Famulari - erano state 1021, di cui 987 liquidate nel 2013 e le restanti (arrivate a fine anno) nei primi mesi del 2014».
Erano già pronti i mandati di pagamento quando è arrivato lo stop. E per dare informazione immediata e certa a tutti, ecco l’”sms” spedito ai potenziali clienti del “bonus bebè”. «I fondi della Regione per il sostegno alla famiglia - conferma anche Famulari - non sono stati diminuiti, ma c’è stata questa decisione di distribuirli in modo diverso. Esiste però anche un “bonus bebè” erogato a livello nazionale per mamme in difficoltà economiche».
Il contributo incentivamnte a favore delle famiglie del Friuli Venezia in cui nasceva un bambino era stato istituito appunto con una legge regionale, la numero 11 del 7 luglio 2006. Alle prime avvisaglie di cambiamento d’idea molte mamme avevano già protestato, chiedendo che fosse il Comune a sostituire il fondo regionale. Cosa non possibile, aveva risposto Famulari, perché l’investimento nel capitolo socio-assistenziale a Trieste è già molto elevato rispetto al bilancio complessivo, e non ci sono fondi ulteriori.
L’assessore regionale Maria Sandra Telesca ha detto che la Giunta regionale comunque non ha abrogato quella norma, si è limitata a non dotarla di finanziamenti per quest’anno, «ritenendo prioritario finanziare servizi continuativi». Finanziati invece il Fondo di solidarietà (11,5 milioni), la social card (3), la Carta famiglia (9 milioni), l’abbattimento delle rette degli asili (4 milioni), il Fondo per l’autonomia possibile (32 milioni), il sostegno ai disabili (40 milioni) e ai Servizi sociali dei Comuni (70 milioni). Con l’auto-augurio di avere risorse in futuro anche per “provvedimenti saltuari”, cioé l’una tantum che è l’assegno per i neonati. Secca di tre righe la comunicazione ufficiale data dalla stessa Regione lo scorso 19 agosto: «Per le nascite-adozioni del 2014 non sono disponibili risorse nel bilancio regionale, pertanto le domande eventualmente presentate ai Comuni per i nati-adottati nell’anno non possono essere finanziate».
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