Bonus antipovertà regionale, anticipo per 1.500 triestini

Serve però rivolgersi ai Caf per il nuovo Isee e portarlo in via Mazzini entro il mese. Una partita da tre milioni. Il Comune sarà rimborsato attraverso un fondo ad hoc
Lasorte Trieste 17/05/16 - Via Mazzini 25, Sportelli Servizi Sociali del Comune
Lasorte Trieste 17/05/16 - Via Mazzini 25, Sportelli Servizi Sociali del Comune

TRIESTE Erano quasi 1500 i triestini che, secondo le stime comunali, a novembre-dicembre avevano esaurito la possibilità di accedere alla Misura attiva di sostegno al reddito (Mia), che era stata introdotta dalla giunta Serracchiani ed è stata temporaneamente confermata dal successore Fedriga. Trieste è la realtà del Friuli Venezia Giulia più gravata dall’emergenza sociale e l’assessore comunale Carlo Grilli aveva a più riprese sollecitato l’attenzione dell’omologo regionale Riccardo Riccardi, con il quale si è confrontato mercoledì scorso.

Nel ginepraio dell’esistente e del futuro, tra provvedimenti-ponte e redditi di cittadinanza in via di allestimento, i quasi 1500 cittadini bisognosi adesso sanno che potranno contare su un anticipo della misura, salvo conguaglio. Anticipo che verrà garantito dal Comune, il quale a sua volta sarà rimborsato dal Fondo regionale di 8 milioni costituito per dare una prima risposta alle esigenze delle fasce socialmente fragili.

Il Municipio, in seguito al confronto intervenuto tra Riccardi e Grilli, valuta che la provvista destinata a Trieste valga 3 milioni di euro, poco meno del 30% del totale regionale. Ma il Comune avverte l’utenza: è necessario sbrigarsi a espletare le pratiche, che si articolano in due passaggi. In primo luogo occorre affrettarsi ai Caf per farsi consegnare l’Isee 2019, poi bisogna recarsi allo sportello comunale di via Mazzini. Sarà il Comune - terzo passaggio - a trasmettere la documentazione all’Inps. Gli uffici del Welfare municipale consigliano di accelerare l’iter burocratico entro il primo febbraio e provvederà poi il personale a vagliare l’entità dell’anticipo da corrispondere al richiedente.

Secondo i tecnici del Comune, la Mia vale in media 350 euro al mese. Trieste è la capolista regionale, assorbendo quasi il 35% della misura, in cifra tonda oltre 5 milioni di euro: per dare un’idea dei differenti livelli di fabbisogno sociale, il secondo territorio in graduatoria è l’Uti Friuli Centrale con il 16,8%. Grilli tira un sospiro di momentaneo sollievo, perchè questa soluzione-tampone attenua il pericolo di un assedio alle strutture territoriali (via Locchi, Moreri, Pascoli, Roncheto) incaricate di gestire queste misure. «Ma in prospettiva resto preoccupato - aggiunge l’assessore - perchè non vedo certezze e navighiamo nella foschia».

Non ha certo tutti i torti Grilli a restare prudente sul futuro di questo capitolo dell’assistenza sociale. Ambra de Candido, responsabile del servizio comunale, mostra un prospetto statistico emblematico: in complesso, sommando le domande sulla regionale Mia a quelle della nazionale Rei (reddito di inclusione), si raggiungono i 4500 richiedenti, una spia significativa del disagio triestino.

Ma i numeri complessivi - prosegue la stessa de Candido - sono assai più impegnativi: nel triennio 2016-18 gli utenti in carico al servizio sociale sono cresciuti del 15%, arrivando a sfiorare le 15 mila unità su una popolazione che supera di poco i 200 mila residenti. Il sogno di Grilli e della dirigenza comunale è di amministrare direttamente le risorse affluenti dalla Regione, a cominciare dalla Mia, non limitandosi a fungere da passacarte o da anestetico della rabbia sociale. Ma ancora una volta la Regione ha inteso mantenere le leve della spesa. —


 

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