Bonino in Fvg: "Il Cara di Gradisca andrebbe smembrato"

L'ex ministro agli Esteri in regione per la raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero”. In mattinata l'incontro con Serracchiani a Trieste, nel pomeriggio la visita alla struttura di Gradisca

GORIZIA Una specie di miracolo»: così la leader radicale Emma Bonino ha definito il Cara di Gradisca d'Isonzo, al termine della visita di oggi alla struttura di accoglienza per richiedenti asilo isontina. Bonino ha ricordato che nonostante la presenza di 547 ospiti, tutti maschi, «non scoppiano tensioni. Credo che gestiscano al meglio una realtà che invece andrebbe smembrata in base al sistema Sprar dei piccoli gruppi, però rimane il fatto che le aperture dei Comuni sono ultra-ridotte», ha detto l'ex ministro degli Esteri, aggiungendo poi che «le autorità fanno il meglio che possono, ma è chiaro che non può essere una soluzione permanente, è una soluzione emergenziale fatta il meglio possibile, ma rimane il fatto che non possiamo pensare che sia permanente».

Per Bonino «qui la parte positiva è che hanno molti spazi esterni, la gente può uscire di giorno e respirare un pò d'aria, hanno grandi cortili. In molte altre strutture non hanno questo: stanno in 10 in una stanza praticamente senza sbocco esterno. Ne ho visti di peggio, ma al di là di tutto questo dobbiamo renderci conto che non può essere una soluzione stabile». Ha quindi ribadito la necessità di distribuire i migranti in piccoli gruppi: «Noi insistiamo, e penso che con incentivi o con altri strumenti bisogna convincere gli ottomila sindaci ad accettare questo sistema Sprar, e lo si può fare intanto insistendo, secondariamente, con degli incentivi. Detto questo - ha concluso - la situazione è difficile anche per scadenze elettorali».

Bonino in mattinata era a Trieste, assieme alla presidente del Fvg Debora Serracchiani, per la raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero”. Sul tema dei migranti «noi siamo fermi ad una legge Bossi-Fini datata negli anni 2000, che già era discutibile allora. Oggi nel 2017 siamo ancora fermi con quella legislazione, ma il mondo che è completamente cambiato” ha sottolineato Bonino. “Una legge, la Bossi-Fini – ha puntualizzato – che consentì senza alcuna polemica, senza battere ciglio da parte si nessuno, la più grande sanatoria europea con la regolarizzazione di 750 mila persone. Ora credo che dobbiamo tornare a quel punto, e cioè regolarizzare chi è oggi costretto al lavoro nero piuttosto che ad altri traffici, aiutando la sicurezza, il bilancio dello stato e anche la legalità. La nostra proposta di legge vuole essere un aiuto al governo e all’integrazione. Sappiamo che nel clima che si è creata questa è una battaglia impopolare, non è facile anche perché integrare le persone è una strada costosa, non porta voti, ma - ha concluso - penso che questa sia la buona politica”. 

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