Bonifica mine in Dalmazia servono ancora 528 milioni
FIUME. Per portare a termine l’opera di sminamento in Croazia ci vorranno ancora 4 miliardi di kune, che al cambio fanno 528 milioni di euro. Sono soldi di cui in questo momento l’ ex repubblica jugoslava non dispone, stretta da una crisi che pare non abbia fine. E’ un problema che però va risolto entro la fine del 2019, anno che Zagabria ha posto quale termine ultimo per la completa bonifica del Paese dagli ordigni disseminati nel corso della Guerra patria (1991 – 1995), come viene chiamato il conflitto che oppose l’esercito croato e i ribelli serbi dell’ ex Krajina di Tenin (Knin).
Attualmente in Croazia sono ancora 598 i chilometri quadrati di aree minate, tra cui le regioni di Zara, Spalato e Sebenico.
Va subito specificato che le zone costiere di queste tre regioni sono state da tempo affrancate dalla presenza di mine e dunque i turisti possono dormire sonni tranquilli.
Non così la situazione in alcune aree dell’entroterra, due decenni fa teatro di scontri fra croati e indipendentisti serbi.
Va rilevato che delle regioni adriatiche, interessate dagli avvenimenti bellici, quella di Ragusa (Dubrovnik) e della Narenta è completamente sicura, con gli artificieri che sono riusciti a rinvenire e neutralizzare tutte le mine.
Una cosa che abbiamo ripetuto diverse volte: l’Istria e il Quarnero non hanno mai avuto a che fare con questi terribili ordigni, essendo state solo sfiorate dalla guerra croato-serba.
Le regioni o contee della Croazia ancora “angustiate” dalle mine sono dieci e quella che denuncia la peggior situazione è la regione della Lika e di Segna. Confina con la regione quarnerina, e in base ai dati del Centro croato per lo sminamento ha tuttora 147 chilometri quadrati di zone minate. Seguono le contee di Sisak e Osijek, rispettivamente con 108 e 80 chilometri quadrati.
«Negli ultimi cinque anni – così Dražen Jakopec, direttore del centro nazionale antimine – abbiamo raccolto il 35 per cento di mezzi finanziari in meno rispetto a quanto necessario. E’ la conseguenza della recessione, che ci costringe a rivolgerci sempre più di frequente a stati e istituzioni d’oltreconfine. Nel periodo a venire, la Croazia potrebbe attingere fino a 200 milioni di euro dai fondi europei per l’opera di bonifica. La condizione per arrivare a questi mezzi è che lo sminamento sia il presupposto per realizzare progetti di crescita economica e occupazionale».
Ricordiamo che, dal 1991 ad oggi, le mine in Croazia hanno ucciso 509 persone, tra cui donne e bambini, ferendone quasi 2mila.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo