“Bond” argentini. Ultima chiamata per il risarcimento
TRIESTE
Il 23 dicembre scatterà la prescrizione decennale per i bond argentini, e chi fra il 1996 e il 2001 ha acquistato i titoli speculativi emessi dall’allora traballante repubblica sudamericana non avrà più la possibilità di ricorrere contro gli istituti di credito. La vicenda del crack argentino pare lontana nel tempo, ma in realtà sono ancora molti i cittadini che potrebbero afferrare quest’ultima occasione per ottenere un risarcimento. Secondo un calcolo della Federconsumatori di Trieste sono oltre un migliaio i residenti nelle province della Venezia Giulia che acquistarono i bond e che non hanno mai avviato alcun tipo di ricorso. «È a queste persone che ci rivolgiamo - spiega il presidente di Federconsumatori Angelo D’Adamo - perché chiedano il risarcimento alle banche prima del 23 dicembre».
Tanti ricorsi mancati
«Il dato di un migliaio di persone interessate fra Gorizia e Trieste è frutto di un calcolo prudenziale - afferma il presidente D’Adamo -. Probabilmente sono di più. Alcuni di loro non hanno fatto ricorso perché indotti dalle banche a lasciar perdere, altri perché pensano non valga la pena di ricorrere per recuperare piccole cifre». Federconsumatori lancia un appello proprio a queste persone perché, assicura, la possibilità di vincere il ricorso è molto alta: «Li invitiamo ad attivarsi prima della scadenza dei termini di prescrizione. Anche i piccoli consumatori meritano di essere tutelati».
1,5 milioni recuperati in Fvg
Fino ad ora i ricorsi in Friuli Venezia Giulia hanno strappato risarcimenti per un milione e mezzo di euro: «Anche questo è un dato ottenuto empiricamente dai casi gestiti da Federconsumatori», spiega l’avvocato Michele Tuni, che con il collega Marco Valent (Responsabile in materia finanziaria di Federconsumatori) segue le cause di chi si è rivolto all’associazione. «Bisogna tenere conto che oltre metà dell’importo è riferibile a un grosso caso, avvenuto in provincia di Gorizia, che ha portato a un rimborso di 800mila euro - prosegue Tuni -. Bisogna sottolineare che tutti i consumatori che hanno avviato un’azione hanno ottenuto un esito positivo, tramite sentenza favorevole o con una transazione».
Anche chi pensa di non aver più diritto al ricorso in realtà ha ancora la possibilità di farlo, assicura Tuni: «Alcuni investitori hanno già ceduto i titoli, che hanno ancora un mercato, seppure in continuo declino: anche loro possono fare ricorso - dice l’avvocato -. Così come possono avviare un’azione quelli che hanno aderito a un’offerta pubblica di scambio». L’avvocato Valent aggiunge: «Recentemente il tribunale di Pordenone ha chiarito che pure coloro che hanno aderito all’arbitrato internazionale Icsid (un organo arbitrale sito a Washington) possono agire nei confronti della banca attraverso la quale hanno acquistato i titoli argentini».
I tempi e il modo dei ricorsi
Un tempo i ricorsi per i bond argentini venivano gestiti tramite il rito societario, che accorciava i tempi delle sentenze. «Due anni fa si è tornati al contenzioso ordinario - dice Tuni - con i conseguenti rallentamenti. Però a Pordenone abbiamo il caso di un’azione avviata con il diritto sommario che è arrivata a sentenza in soli quattro mesi. Esiste quindi la possibilità di arrivare al risarcimento in tempi brevi».
Il modus operandi per chi volesse cogliere l’ultima occasione di avviare un ricorso è questo: «Invitiamo i consumatori - dice Tuni - ad inviare alla banca presso la quale hanno acquistato i titoli azionari una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui si chiede il risarcimento del danno patito in conseguenza dell’acquisto dei titoli argentini, aggiungendo che la stessa missiva vale quale atto interruttivo di ogni termine di prescrizione. Federconsumatori assisterà chiunque ne faccia richiesta».
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