Bon liberato dai pirati, festa in piazza a Trieste
La musica, le fiaccole, sciarpe e drappi rigorosamente bianchi, il colore, dicono, della libertà. Il festeggiato, manca ancora all'appello ma la festa c'è, raduna gli animi, (ri)scopre un sentimento, anima una città. In attesa del ritorno a casa di Eugenio Bon, il triestino liberato di recente dal sequestro dei pirati in Somalia, Trieste scende ancora in piazza, letteralmente, per stringersi attorno alla famiglia, a Elisabetta e Adriano, i genitori del trentenne marittimo imbarcato sulla petroliera Savina Caylin e per 11 mesi ostaggio dei pirati assieme ad altri quattro italiani e a 17 membri indiani dell'equipaggio. Questa volta i colori si trasformano, i toni mutano. In Piazza Unità, teatro della manifestazione di ieri pomeriggio, non figura più lo striscione che inneggia alla liberazione di Eugenio, compaiono invece altre scritte, tutte in linea sul tema: «Finalmente libero». Libera appare anche una intera città, capace di manifestare con una gioia composta, forse inedita ma profonda, reale: «Trieste è stata infatti eccezionale – hanno più volte ribadito ieri quasi all'unisono Adriano ed Elisabetta Bon, i genitori di Eugenio – Quasi una sorpresa. L'interessamento alla vicenda è stato unico, forte, dico che questa città si è dimostrata silenziosamente calda».
Non certo silenziosa, da copione, la trama dei festeggiamenti di ieri, affidata alle ritmiche dei Berinbau, gruppo di percussionisti di matrice carioca, una ventina circa, protagonisti della colonna sonora della piccola grande festa di ieri, capace di radunare in Piazza Unità oltre un centinaio di persone, incuranti di una pioggia in agguato e dei primi veri scampoli dell'inverno. Non è stata casuale la scelta di un gruppo dedito solo alle percussioni, individuato dagli stessi parenti e dagli amici più stretti di Eugenio Bon. Ieri l'armonia non era invitata, contava piuttosto, come auspicato dalla cerchia della famiglia Bon, regalare colore, intensità e fragore. In parte è stato così.
Eugenio Bon nel frattempo sta vivendo l'ultima parte della sua avventura, quella del ritorno in Patria, operazione non del tutto agevole. I continui controlli alla nave, il mare mosso e varie implicazioni burocratiche stanno regalando ulteriori tormenti, gli ultimi. L'ufficiale triestino dovrebbe comunque approdare a Trieste forse in prossimità della Epifania: «Il problema è che i pirati stanno continuando a imperversare con altri sequestri – ha ricordato ieri papà Adriano – probabilmente alle spalle agisce una organizzazione eccezionale. Comunque ho sentito al telefono Eugenio – ha aggiunto – era naturalmente molto stanco ma anche particolarmente entusiasta dell'incredibile lavoro dei militari durante la fase della liberazione. Questo me lo ha ripetuto più volte». Quello di ieri in Piazza Unità non sarà l'ultimo atto celebrativo per la liberazione del marittimo triestino. Lo ha assicurato il sindaco Roberto Cosolini, ieri in prima fila nel corteo che non ha espresso preghiere o speranza ma solo aggregazione, libertà, futuro. Per una famiglia, per una città per una volta unita.
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