Bombe del '44 a Servola, bonifica in partenza

Sarà la padovana Sos Diving a eseguire l’operazione in via del Pane Bianco entro la fine dell’estate. Vertice in Prefettura
Lasorte Trieste 08/05/17 - Via del Pane Bianco, Terreno, Ordigni Bellici
Lasorte Trieste 08/05/17 - Via del Pane Bianco, Terreno, Ordigni Bellici

TRIESTE Saranno bombe o si tratterà assai più semplicemente di una vasca in ghisa o di una stufa? E se saranno bombe, quanto saranno pesanti? Potranno interessare un raggio di mille o di 1800 metri? Si dovrà predisporre l’evacuazione dell’abitato oppure non sarà necessario importunare i residenti? Presto e inopportuno creare allarmismi, dicono in Comune, dove sono gli uffici dell’Area Polizia locale e sicurezza a occuparsi di un caso, il cui faldone ha avuto modo di gonfiarsi in poco meno di vent’anni a questa parte.

“Esplode” dopo 70 anni la bomba di Servola


Comunque il “giallo”, che aleggia attorno a un terreno incolto di proprietà privata situato in via del Pane Bianco a Servola, si avvicina alla soluzione, a un anno esatto dal lancio di un’indagine di mercato da parte del Municipio, alla ricerca di un’azienda specializzata in interventi di bonifica dedicati a vere/presunte presenze di ordigni inesplosi. La settimana scorsa è stato fatto il punto della situazione durante un incontro in Prefettura e il Comune, che finanzia l’operazione con 10 mila euro, ha intanto trovato l’impresa alla quale affidare l’individuazione degli oggetti misteriosi, “scovati” alle differenti profondità di 50-150 cm e di 150-250 cm: si tratta della Sos Diving di Teolo, in provincia di Padova.

La particolarità e la delicatezza del lavoro sottendono aziende ad alta specializzazione, iscritte in un apposito albo ministeriale: in regione non ce ne sono, per cui si è sondato il vicino Veneto. Modifiche normative e svolgimento del sopralluogo hanno rallentato i tempi di esecuzione della bonifica, che, secondo fonti comunali, sarà realizzata entro la fine dell’estate. Attenzione, parliamo di bonifica, perché l’eventuale disinnesco - qualora di bomba si tratti - sarà probabile appannaggio degli artificieri inquadrati nell’Esercito e appartenenti al 3° reggimento Genio guastatori di stanza a Udine. A Sos Diving invece il compito di individuare l’oggetto potenzialmente pericoloso, scavandogli attorno e scoprendone finalmente l’identità, dopo molti anni a base di punti interrogativi.



La vicenda di via del Pane Bianco ebbe inizio dalla testimonianza oculare resa da Duilio Gurian, che il 10 giugno 1944 era un giovinetto intento ad aiutare il padre, il quale aveva affittato proprio il campo di Servola per coltivarvi erba spagna. Gurian era convinto che uno degli ordigni, sganciati in quella tragica giornata su Trieste dall’aviazione alleata, si fosse conficcato nel terreno di via del Pane Bianco, fortunatamente senza esplodere. Una volta diventato adulto, Gurian s’impegnò nel rendere pubblico quel fatto bellico, che non aveva causato danni ma che, qualora non affrontato e risolto, avrebbe rappresentato un’inquietante presenza nella vita del rione.

Il nostro testimone ottenne un livello di attenzione alterno. In un primo tempo la Questura cinse il terreno e pose un cartello che vietava l’accesso «per pericolo ordigno». Poi non accadde alcunché, nonostante ripetute segnalazioni del Gurian alle istituzioni e alle autorità militari: finché nel 2004 gli artificieri del V Reparto infrastrutture effettuarono un sopralluogo, in seguito al quale chiesero un approfondimento di indagine mediante una ditta specializzata. Passarono invano parecchi anni e fu un’indagine eseguita dal Dipartimento di matematica e geoscienze dell’Ateneo triestino a rilevare - riportava la relazione - «due anomalie radiometriche compatibili con la presenza di ordigni bellici inesplosi risalenti al secondo conflitto mondiale».

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