«Bomba in spiaggia a Grado». Ma era una bombola di gas

Area della Costa Azzurra delimitata e mobilitata da Capitaneria e forze dell’ordine. La bonifica di Felluga della Protezione civile in contatto diretto con gli artificieri
Ecco come appariva l’«ordigno», poi risultato essere una bombola a gas
Ecco come appariva l’«ordigno», poi risultato essere una bombola a gas

GRADO Allarme bomba ieri mattina in Costa Azzurra a Grado. Ieri mattina verso le 10. 30 è scattato l’allarme nella spiaggia della Costa Azzurra. Un bagnante ha notato, infatti, un oggetto metallico nei pressi del bagnasciuga (c’erano una trentina di centimetri d’acqua) e ha allertato le forze dell’ordine. La zona era quella libera verso la scogliera, che delimita l’arenile dal canale. Difficile capire di cosa si trattasse esattamente, perché dalla sabbia sbucava solamente una parte metallica. Due tuttavia le ipotesi: un ordigno bellico oppure una bombola di gas.

La bombola emersa
La bombola emersa


In questi casi, dopo i diversi rinvenimenti lungo la costa del Friuli Venezia Giulia, la precauzione non è mai troppa. Specialmente se a poca distanza ci sono anche dei bagnanti. Nessuno si è messo a scavare per cercare di verificare cosa fosse quell’oggetto metallico, preferendo aspettare che arrivasse la bassa marea per verificare meglio la situazione.

Il tratto di sabbia recintato
Il tratto di sabbia recintato


Sul posto sono così accorsi i marinai di Circomare Grado con la comandante Francesca Godino che, a loro volta, hanno fatto intervenire i Vigili del fuoco arrivati poi da Monfalcone. Sul posto anche la Polizia locale che ha proceduto a delimitare l’area attorno all’oggetto misterioso e, per un sopralluogo, anche i Carabinieri. Il tutto in attesa di decidere cosa fare esattamente e ipure degli artificieri che erano anch’essi stati allertati da Circomare. Ma visto che la Protezione civile, con il coordinatore Giuliano Felluga, aveva individuato in più di qualche occasione delle mine e degli ordigni bellici, è stato chiesto anche il suo intervento. E così il coordinatore della Protezione civile – mentre si stava decidendo come effettuare gli eventuali turni di sorveglianza, anche in notturna – a titolo personale ha deciso di entrare in acqua per iniziare a scavare con le mani attorno all’oggetto, rimanendo sempre in contatto telefonico con gli artificieri ai quali segnalava man mano le dimensioni e le forme della presunta bomba. È emerso che si trattava di una bombola a gas per barca da 10 litri che, rispetto a quelle tradizionali, è più piccola ma maggiormente tozza. Dall’esame pare che possa essere rimasta in mare almeno da un anno. Evidentemente qualche diportista, non certo civile, l’ha gettata in mare e i vari sciroccali hanno fatto il resto trasportandola fino sulla battigia della Costa Azzurra.

Molti bagnanti incuriositi hanno seguito le operazioni di bonifica, altri hanno continuato a nuotare e a divertirsi poco distante. —

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