Bolzonello: «TurismoFvg deve avere il controllo del cda di Git»

Il vicepresidente della Regione annuncia una rivisitazione del sistema partecipate. «Il rimpasto? Una revisione dei ruoli può essere all’orizzonte della presidente»
Sergio Bolzonello
Sergio Bolzonello

Sottolinea che si sono fatte già molte cose, ma altre se ne dovranno fare «per rafforzare l’azione di rilancio del Friuli Venezia Giulia». Sergio Bolzonello, vicepresidente della Regione, l’assessore più carico di deleghe sin dall’inizio della legislatura, è del resto abituato al superlavoro. A breve, tra l’altro, si dovrà occupare della “grana” Consorzi – se non si aggregano, arriverà il commissario – e delle tante, troppe partecipate di Turismo Fvg, l’agenzia affidata, nella versione accorpata con Promotur, al fedele Marco Tullio Petrangelo («Ha già dato una prima sterzata»). Su uno dei satelliti principali, la Git di Grado (233.526 euro di rosso, così certifica il Piano di razionalizzazione adottato dalla giunta), c’è già una forte perplessità: «Perché Turismo Fvg, con l’86% delle quote, non ha la maggioranza in cda?». Sullo sfondo, ma non troppo lontano, un 2018 che potrebbe vederlo protagonista da candidato presidente. Con il passaggio inevitabile, nel caso, di un riassetto delle deleghe che gli consenta di avere un po’ più di tempo per battere il territorio e preparare la sfida: «Il rimpasto? Meglio parlare di rivisitazione di ruoli».

Due anni di lavoro, qual è il bilancio di questa prima parte di legislatura?
Un periodo di grandi impegni. Abbiamo impresso un ritmo di corsa molto sostenuto, anteponendo le riforme a una gestione dell’esistente che sarebbe stata più proficua dal punto di vista del consenso. Parlo di riforme vere, e quindi sanità, impresa, cultura ed enti locali, che hanno dato una scossa alla regione.

Sì a 200 milioni per rilanciare le imprese
L'aula del Consiglio regionale

Scossa che ha provocato anche reazioni negative sul territorio. Conseguenze fisiologiche o c’è stato qualche errore?
Viste dal cittadino, le riforme rappresentano sempre un’incognita, creano paure, malcontenti e proteste. Non mi sorprendo.

Tirate dritto?
Non siamo andati verso l’ignoto, ma verso obiettivi precisi. Siamo tranquilli, il timone è saldo. Comprendiamo i timori, ma non cambiamo di una virgola la convinzione di avere approvato provvedimenti che ammodernano il sistema regionale.

Rilancimpresa, la “sua” legge, è in fase di attuazione. Come stanno andando le cose?
Ci siamo imposti tempi rapidi. La filosofia della riforma veniva del resto già applicata da tempo. Penso al ragionamento su Ferriera, Electrolux, piccola e media impresa. Nessuna tensione, molta condivisione. Ora si tratterà di mettere a punto vari altri strumenti: agenzia, temporary manager, voucher e tutta la parte operativa legata alla programmazione europea.

Dovrete anche convincere i Consorzi industriali all’aggregazione.
So che si sono avviati dei dialoghi.

Si aspetta resistenze?
Non ho particolari ritorni al momento. Credo sia opportuno attendere ancora qualche settimana per capire se parte qualche ragionamento.

Il richiamo è sempre quello di unirsi, altrimenti interviene la Regione?
Il commissariamento è previsto in legge. Ci sono sei mesi dall’approvazione della legge.

Ha citato la Ferriera. Come guardate al manifatturiero della Venezia Giulia?
La Ferriera rimane una partita strategica, ma guardiamo all’intero comparto come a una parte significativa dell’industria regionale. Attività produttive che vanno però sempre più integrate con ricerca e innovazione. Le accompagniamo in questo percorso.

Come valuta i riscontri concreti sul turismo a Trieste, +25% di arrivi in 5 anni?
Trieste ha un ruolo di hub turistico che merita i nostri investimenti. Lo continueremo a fare soprattutto sul versante del turismo congressuale. Ma ho anche chiarito a Provincia, Comune, Camera di commercio e PromoTrieste che serve un progetto condiviso con il territorio, un progetto che nasca anzi da lì con uno sforzo importante anche in termini di risorse. Noi siamo prontissimi a fare la nostra parte, ma non si può pensare di scaricare tutto sulla Regione.

Via libera dell'aula alla fusione tra Promotur e TurismoFvg
Sciatori in un impianto gestito da Promotur

Tra Turismo Fvg e Promotur si contano 18 controllate, circa la metà sono in rosso. È un sistema da rivedere?
Verrà rivisto non appena chiusa l’operazione di fusione tra le due agenzie.

Lisagest e Git, 341mila euro di perdita complessiva, hanno colpe specifiche?
Senza parlare di colpe, serve senz’altro un intervento complessivo. Per fare un solo esempio non è possibile che Turismo Fvg, con una quota azionaria così alta, non abbia il controllo nel consiglio della Git. Evidente che si dovrà cambiare.

Da due anni si parla e si scrive del suo sovraccarico di deleghe. Ne lascia qualcuna?
Rilancimpresa a parte, il piano del turismo è avviato sia a livello di prospettiva che annuale e anche il piano di sviluppo rurale sta per essere approvato dalla commissione europea. Tutto quello che doveva essere fatto lo stiamo facendo al meglio. Il tema di vedere il futuro spetta alla presidente assieme alla maggioranza. Sono a disposizione.

E quindi?
Il tema non è di rimpasto, ma di dare la soluzione migliore all’operatività. Una rivisitazione di ruoli può essere all’orizzonte della presidente.

È presto per parlare del 2018?
Inizieremo a farlo dal prossimo anno.
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