Bolzonello: «Non consegnate il Fvg a un funzionario romano»

TRIESTE. Fino all’ultimo voto. È l’appello congiunto lanciato, in vista di domani, delle forze del centrosinistra che hanno chiuso la campagna elettorale ieri a Trieste proprio mentre in piazza della Borsa tuonava il leader della Lega Matteo Salvini. In Cavana, intanto, dopo l’indirizzo di saluto del segretario provinciale del Pd di Trieste Giancarlo Ressani, ha aperto gli interventi Maria Teresa Bassa Poropat, capolista della civica Cittadini per Bolzonello presidente. «È stata una campagna diversa: abbiamo parlato con le persone, ascoltato i temi. Da sempre convinti sostenitori del centrosinistra fin dai tempi di Illy ci riconosciamo nelle idee, nell’ideologia e negli ideali del centrosinistra - ha dichiarato -. Non è vero che non c’è più distinzione tra destra e sinistra: si è visto in campagna elettorale. C’è chi alimenta le paure, e chi come noi fa proposte concrete: riforme che vanno adattate e monitorate, per cui sono grata a Bolzonello per la disponibilità, manifestata fin da subito, a rivedere riforma sanitaria e quella delle Uti. Votate, perché abbiamo tutti la responsabilità di non consegnare la regione al centrodestra».
Subito dopo è stato il turno di Giulio Lauri, di Open sinistra Fvg: «La destra sta trionfando negli Stati Uniti e in Europa e non è una destra priva di responsabilità: sono da imputarle la crisi, l’allargarsi della forbice sociale, lo stato delle politiche ambientali, l’additamento dei migranti come responsabili di tutto ciò. Dobbiamo schierarci contro la destra, non possiamo fare finta che non esista: mi rivolgo alle donne e agli uomini della sinistra. La sinistra ha commesso degli errori, ha creduto che il mercato potesse fare tutto, però non per questo si può restare a casa, rimanere neutrali o assistere a Fedriga che diventa presidente di questa Regione. Vuole creare centri dove detenere le persone, senza farle uscire». Secco anche l’appello dei rappresentanti di Slovenska Skupnost: «Votate, votate, votate».
Ha concluso il comizio il candidato alla presidenza della Regione Sergio Bolzonello: «Inizio con un grande grazie a tutte le donne e agli uomini del centrosinistra che hanno condiviso questa corsa bellissima. Dopo il 4 marzo sarebbe stata impensabile una campagna basata sul “celodurismo”, e scusate il francesismo. Il centrodestra ha basato la campagna su lotte interne, noi sui temi. Oggi c’è bisogno della testa, non della pancia. Alle spalle abbiamo cinque anni che ci permettono di camminare a testa alta».
Bolzonello ha quindi lanciato un appello al voto: «Domenica i cittadini potranno votare e scegliere chi avrà l’onere e l’onore di governare il Friuli Venezia Giulia per i prossimi cique anni. I nostri concittadini si troveranno di fronte a un bivio. Da un lato un progetto che guarda a una crescita sana della nostra comunità, che garantisce risorse per le famiglie, che accoglie chi vuole fare buona impresa sul territorio - ha detto -. Dall’altro un gruppo di potere diviso che, a suon di slogan, vuole farsi avanti e mettere le mani sul Friuli Venezia Giulia con un candidato che, appena conclusa la discutibile abbuffata di televisione nazionale, si è ridotto a quello che è: un funzionario romano di Matteo Salvini, talmente impreparato sulle cose della regione da sostenere tasse nazionali che ci farebbero perdere oltre 500 milioni di euro l'anno in trasferimenti».
In piazza Cavana era schierata tutta la dirigenza dem locale: da Antonella Grim, candidata a Trieste ed ex segretaria regionale, a Roberto Cosolini, già sindaco di Trieste; da Maria Luisa Paglia, responsabile organizzativa del partito, al segretario regionale Fvg Salvatore Spitaleri: «I venditori di tappeti frenino gli istinti e abbiano rispetto per una regione seria come la nostra. Siamo tornati ai tristi spettacoli di nani e ballerine in piazza Unità: che sfregio alla statura di Trieste e del Fvg», ha detto quest’ultimo a proposito del «patetico show offerto da Berlusconi, che porta le sue fidanzate in piazza».
Il senatore triestino Francesco Russo si è poi spostato qualche isolato più in là, in un bar di via Dante, per chiudere la propria campagna personale incontrando elettori e simpatizzanti: «Finisco la campagna così come l’ho condotta: in mezzo a tante persone - ha detto nella via pedonale affollata -. Ho cercato di dimostrare che il Pd è cambiato dopo le critiche ricevute negli ultimi mesi. Ho promesso di continuare su quelli che sono stati i miei impegni negli ultimi anni in Parlamento: il Porto, il Porto vecchio, la città metropolitana e il lavoro con i giovani».
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