Bollette di gas e luce da migliaia di euro: in crisi le case di riposo della Diocesi di Trieste
Monsignor Salvadè: «Situazione di gravissima difficoltà». Gli enti al bivio: chiusura o aumento del 20% delle rette
TRIESTE. Già provate dalla pandemia, le case di riposo afferenti alla Diocesi di Trieste rischiano ora di crollare sotto il peso dei prezzi dell’energia, con bollette del gas che arrivano a 34 mila euro per un mese di consumi o poco più. È un problema che riguarda le centinaia di ospiti di queste strutture, nonché i 150 dipendenti attuali. Il procuratore generale dell’ente Diocesi, don Pier Emilio Salvadè, ravvisa che la situazione si sta facendo insostenibile: «Essendo enti di culto le rette delle nostre case sono già inferiori a quelle di mercato. Ora questa mazzata delle bollette ci mette veramente in gravissime difficoltà».
Innanzi tutto chiariamo il contesto. Trieste è uno dei pochi esempi in Italia in cui la residenzialità delle strutture per anziani è caratterizzata dalla presenza di molte residenze polifunzionali, strutture medio piccole che in origine erano a conduzione famigliare. Esistono poi alcune grandi strutture private, ma l’offerta più consistente è data dalle strutture pubbliche o legate al pubblico (Gregoretti, Casa Bartoli, Casa Serena, Itis, Pro Senectute), che sono di dimensioni medio-grandi e svolgono anche attività di centro diurno.
C’è infine il cosiddetto privato sociale, in cui operano altre realtà religiose (come la Comunità educante, le residenze delle Suore del Sacro cuore di Barcola e la Casa delle Suore scolastiche francescane di Cristo Re di via delle Docce) e le residenze degli Enti di culto. Queste realtà, prive di fini di lucro, fanno riferimento alla Diocesi di Trieste ma sono autonome da essa sul piano giuridico e finanziario.
L’Ente di culto San Giusto è titolare della Casa Domus Mariae di via Madonna del Mare (da non confondere con la Mademar), della Casa San Domenico di Strada di Guardiella e, fino al mese di ottobre 2020, della Casa Maria Basiliadis di via Palestrina. L’Ente di culto Mater Dei è titolare dell’omonima struttura di viale Sanzio. L’Ente di culto Livia Ieralla è riferito invece all’omonima Onlus che si trova a Padriciano.
La retta per gli ospiti autosufficienti va in media dai 1.550 ai 1.600 euro mensili (ma non sono previsti contributi pubblici), mentre quella per non autosufficienti va dai 1.850 ai 2.000 (già ridotti da un contributo regionale di circa 1.000 euro, che però non copre tutti). Negli ultimi due anni le strutture sono state messe in crisi dal Covid. La Regione è intervenuta con dei ristori, risolvendo, almeno in parte, alcuni problemi finanziari, ma resta il problema di fondo della carenza di anziani rispetto ai posti autorizzati. Le presenze, infatti, sono in forte calo, e gli enti, che fino a prima della pandemia potevano contare su una discreta “lista di attesa”, oggi faticano a raggiungere i numeri necessari per coprire le spese. Per questa ragione l’Ente San Giusto ha dovuto chiudere, nell’ottobre del 2020, la Casa Maria Basiliadis, unico esempio a Trieste di casa nella quale gli ospiti potevano portare i loro mobili e affetti più cari, ed essere ospitati in camere singole di dimensioni generose (una sorta di co-housing ante litteram).
Ora il caro-bollette sta dando un colpo che mette a rischio la tenuta del sistema intero, con incrementi ormai prossimi al 100%. La sola Domus Mariae spende ogni mese più di 4.000 euro di gas e 3.500 di energia elettrica, costi che non possono essere contenuti con risparmi nei consumi, già ridotti al minimo. Casa Ieralla si è vista recapitare una bolletta del gas di 34 mila euro, mentre la Mater Dei di oltre 15 mila, sempre per un mese o poco più di consumi. A queste si aggiungono le bollette dell’acqua, che le case pagano come fossero una normale attività commerciale. Gli Enti si trovano davanti all’alternativa fra chiudere e alzare le rette, anche del 20%.
Dice monsignor Salvadé: «Noi non guardiamo al valore di mercato ma cerchiamo di dare valore alle persone. Non mancano da noi persone che alloggiano gratis. Il nostro dispiacere è che non si tenga in evidenza che esistono queste strutture, che danno un servizio importante e ora versano in grande difficoltà». —
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