Bollette dell’acqua troppo “salate”: rimborsi in arrivo per gli stangati
TRIESTE Era luglio quando bar, ristoranti, alberghi e negozi ricevevano le prime bollette dell’acqua contraddistinte, incerti casi, da aumenti salatissimi, tra il 20% e il 50%, in seguito alla nuova tariffazione imposta dall’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), che imponeva conguagli con effetto retroattivo a partire dal primo gennaio 2018. L’obiettivo, veniva specificato in tali bollette, era quello di razionalizzare il consumo idrico e le categorie di utilizzo, rendendole uniformi su tutto il territorio dello Stivale. Gli importi da saldare però, considerando i pregressi, per alcuni piccoli e grandi imprenditori erano triplicati. Si parlava di cifre in alcuni casi superiori ai dieci mila euro. Sorprese amare con proteste, anche vivaci, che sono state seguite da un confronto, talvolta aspro.
E finalmente in questi giorni ecco che spunta un accordo che blocca tale “caro bollette”, condotto in porto a livello locale tra Ausir, l’organismo istituzionale che regola le tariffe su scala regionale, e Confcommercio Trieste, rappresentata in questo caso da Federalberghi. Ma qual è il contenuto dell’intesa? L’Ausir, che nei mesi scorsi ha analizzato i dati con AcegasApsAmga, in quanto gestore delle reti, si è resa disponibile a rimodulare gli scaglioni inerenti la definizione delle tariffe per tutti gli utenti non domestici che adoperano l’acqua per uso commerciale, artigianale, industriale, pubblico sia disalimentabile (per cui, in caso di morosità, può essere chiesta la sospensione dell’acqua) che non disalimentabile (ad esempio gli ospedali) e idroesigente (riferito alle colture) e pure per la vendita d’acqua non potabile.
Il patto, anche in questo caso, è retroattivo dal primo gennaio 2018, come lo era stata la novità “salata” di Arera. Tanto che i conguagli già saldati verranno calmierati in base al nuovo prospetto e gli imprenditori si vedranno restituito un “tot” di quegli importi. Questo è stato reso possibile introducendo appunto nuove fasce di consumi e rivedendo i corrispettivi. Bisogna precisare che con l’introduzione della normativa Arera, in base alla categoria di appartenenza, la tariffa è stabile solo per un certo consumo, dopodiché aumenta. Prima invece non c’erano tariffe differenziate. Il risultato del patto appena raggiunto è che se per effetto della normativa Arera c’erano due opzioni tariffarie - ovvero i consumi cosiddetti base da 0 a 150 metri cubi l’anno a 1,20 euro, e quelli previsti nel caso di eccedenza oltre i 150 metri cubi a tre euro - ora ci saranno una tariffa base da 0 a 150 che resta a 1,20 euro e ben tre fasce di eccedenza: da 151 a 1500 a 2,10 euro, da 1.501 a 10 mila a 2,60 euro e dai 10 mila in poi a 2,10 euro. Vedranno rimodulati i costi anche ad esempio i clienti che invece, con il cosiddetto “Ticsi” (il Testo integrato corrispettivi servizi idrici), hanno visto al contrario una diminuzione significativa della spesa, cioè gli utenti disalimentabili e non disalimentabili e idroesigenti. Dopo diversi incontri dunque Federalberghi è riuscita a ottenere i risultati che aveva auspicato fin dall’inizio.
«Federalberghi si è attivata fin da subito», così il presidente Guerrino Lanci: «Dopo un confronto con la multiutility ci siamo rivolti all’Ausir, che ha recepito le difficoltà e soprattutto le ricadute negative che ne sarebbero derivate per la resa produttiva del comparto. Tutte le categorie, anche quelle che non appartengono alla nostra confederazione, beneficeranno di questo lavoro».—
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