Bocciatura bis per la legge regionale sul fine vita

Il Consiglio dei ministri impugna la versione "riveduta e corretta" della norma sulle Dat approvata in aula. Si apre un nuovo contenzioso
Un malato in un letto d'ospedale
Un malato in un letto d'ospedale

TRIESTE Un comunicato di poche righe che, però, pesa come un macigno. Il Consiglio dei ministri, si legge nella stringata nota diramata in serata da Palazzo Chigi, ha scelto di impugnare la legge della Regione Friuli Venezia Giulia n. 16 del 10/07/2015, «Integrazioni e modificazioni alla legge regionale 13 marzo 2015, n. 4 (Istituzione del registro regionale per le libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (DAT) e disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti)». In pratica la seconda versione della legge regionale sul fine vita, riveduta e corretta dall'aula dopo la prima bocciatura da parte del governo.

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Le motivazioni della seconda "stroncatura" della norma sono di fatto identiche a quelle originarie. La legge, secondo il Consiglio dei ministri, non può non essere contestata "in quanto invade la competenza esclusiva dello Stato sia in materia di ordinamento civile di cui all'art. 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione, sia in materia di tutela della salute, i cui principi fondamentali sono riservati alla legislazione statale, ai sensi dell'art. 117, terzo comma della Costituzione".

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