Bocce di vetro da evitare per il bene dei pesci rossi

I contenitori a forma sferica non riescono a contenere la quantità di acqua utile per una giusta ossigenazione
PUCCI TREVISO IN FOTO VASCHETTA ROTONDA CON PESCIOLINO ROSSO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
PUCCI TREVISO IN FOTO VASCHETTA ROTONDA CON PESCIOLINO ROSSO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM



Il pesce rosso viene spesso accolto nelle case di tutto il mondo, non solo in quelle italiane: si pensa a lui come a un qualcosa di non impegnativo, che non richiede quasi nessuna cura, facilmente gestibile, che costa poco e si trova ovunque. In realtà è un animale con le sue necessità e i suoi diritti. In molti sembrano averlo dimenticato.

La tutela dei diritti degli animali ha fatto passi in avanti. Oggigiorno i proprietari che detengono i pesci rossi nelle bocce di vetro rischiano, perlomeno in alcuni Comuni italiani, una sanzione per maltrattamento. Il regolamento comunale di Roma, per fare un esempio, ammonisce che «il volume degli acquari non deve mai avere una capienza inferiore a 30 litri» e che «gli acquari non devono avere forma sferica». Le bocce sono una tortura per i pesci: l’acqua qui contenuta è troppo poca e non si ossigena correttamente, in particolare in superficie. Il pesce rosso va incontro ad avvelenamento e asfissia. Inoltre lo spazio di una boccia non è sufficiente per vivere e muoversi, visto che un esemplare di alcune varietà può raggiungere una lunghezza di 30 centimetri e un peso di 2-3 chilogrammi in pochi anni: il pesciolino rischia di atrofizzarsi e di subire problemi nella crescita.

Il Carassius auratus, comunemente chiamato pesce rosso, è un discendente della carpa. In Cina veniva allevato già a partire dal IV secolo per il suo potere ornamentale: considerato sacro per via dei suoi riflessi dorati se esposto al sole, il pesce rosso veniva posto nei laghetti nei pressi dei monasteri. Oggi, nel vecchio continente, l’Italia è tra i Paesi che alleva il maggior numero di Carassius.

Al giorno d’oggi ne esiste una quindicina di razze con almeno 300 varietà ciascuna. Il pesce rosso, in media, vive dai 10 ai 15 anni. L’acqua che lo ospita non andrebbe mai sostituita totalmente, ma solo rinnovata per il 10-20% alla volta con dell’altra lasciata a riposare per almeno 10 ore. La sua naturale voracità va mitigata e le quantità di cibo somministrate vanno controllate: un velo di mangime è sufficiente, senza eccessi. Si tratta di un animale socievole, l’ideale è farlo vivere in gruppo. —

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