Bob Dylan a processo per le offese ai croati

Li aveva paragonati ai nazisti in un’intervista a Rolling Stone. Sentenza prevista il 16 giugno

TRIESTE. Un euro: è quanto, se riconosciuto colpevole, la stella del Rock, Bob Dylan, al secolo Robert Zimmerman, dovrà pagare quale risarcimento simbolico alla Consiglio delle comunità e delle istituzioni croate in Francia (Criccf). Consiglio che lo ha querelato per «ingiurie» e «incitamento all’odio», nientemeno.

E il giudice ha ritenuto che il menestrello debba essere rinviato a giudizio. Il processo è iniziato a Parigi martedì scorso. Dylan non era presente visto che stava tenendo un concerto a St. Louis. Oggetto della denuncia, e ora del processo che andrà a sentenza il prossimo 16 giugno, un’intervista rilasciata da Dylan nel settembre 2012 all’edizione americana di «Rolling Stone», tradotta e ripubblicata su quella francese del mensile il mese dopo. Per l’occasione, Dylan aveva parlato di razzismo: «Se avete il Ku Klux Klan nel sangue, i neri possono sentirlo, anche oggi. Così come gli ebrei possono sentire il sangue nazista e i serbi il sangue croato».

Apriti cielo. In Croazia sociologi, blogger, critici musicali e politici si sono stracciati le vesti. Alcune emittenti radiofoniche con Radio Split in testa non hanno più trasmesso canzoni di Dylan. Fece sentire la sua voce infuriata anche la leggenda pop croata, Mate Mišo Kova› che sentenziò: «Dylan non sa niente di storia». Essere paragonati agli incappucciati del Ku Klux Klan e ai nazisti ovviamente ai croati non è piaciuto. Ed è partita subito la querela. Spiega Vlatko Maric, segretario generale del Criccf: «Si tratta di un incitamento all’odio. Il paragone non viene fatto sui criminali croati, ma su tutti i croati. Non abbiamo nulla contro “Rolling Stone” come rivista, né contro Dylan come cantante».

Adesso della vicenda si sta occupando la diciassettesima camera del Tribunale di Parigi, quella specializzata nei reati di stampa (e che di solito li punisce, saggiamente, con una multa simbolica di un euro). Dylan ha anche già deposto, in novembre quando è venuto a Parigi a farsi decorare con la Legion d’onore.

Un tentativo di conciliazione perché non si arrivasse in tribunale lo fece anche l’allora capo dello Stato della Croazia, Ivo Josipovi„ che aveva caldeggiato un incontro chiarificatore con Bob Dylan. Incontro che non ebbe mai luogo. E così la parola ora passa ai giudici. Ai croati di Francia non interessa niente il risarcimento a loro importa solamente che Dylan venga ritenuto colpevole di ingiurie e incitamento all’odio.

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