Blocco sloveno alle barche senza targa, pressing su Roma
TRIESTE Da un lato un attacco al governo, dall’altro l’ennesima richiesta di intervento nei confronti della Slovenia, per trovare un accordo al fine di consentire la navigazione oltreconfine alle barche da diporto non provviste di targa. Continua - ora pure con le parole assai critiche del leader della Lega Matteo Salvini - il pressing ai più alti livelli romani per risolvere il rebus transfrontaliero dopo la scelta della vicina Repubblica di chiudere l’accesso nelle proprie acque agli scafi sotto i 10 metri non immatricolati.
Da locale, il tema è dunque ormai salito di livello, a nazionale, con Salvini che ha messo nel mirino il responsabile della Farnesina: «Anziché investire tutto il tempo a coprire il bluff su Autostrade – così il senatore – il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dovrebbe occuparsi di difendere l’Italia. La Slovenia sta creando grossi problemi bloccando i natanti senza targa, una scelta che danneggia il nostro Paese e in modo particolare il Fvg. Quando c’era la Lega al governo, con la Slovenia c’era collaborazione anche per il controllo delle frontiere. Ora veniamo penalizzati. Conte, Pd e M5s mettono l’Italia in pericolo». Chi invece lavora con la diplomazia, sia a livello nazionale che locale, è Assonautica. L’associazione, nata nel ’71 da Unioncamere, in questi gironi sta piangendo il presidente Alfredo Malacarne, alla guida della Camera di Commercio di Brindisi, venuto a mancare a causa di un infarto.
Il consigliere nazionale Roberto De Gioia conferma comunque l’interessamento del sodalizio su scala nazionale: «Abbiamo interessato tutti i ministeri coinvolti, chiaramente non possiamo muoverci fuori confine. La scelta della Slovenia di chiudere ai natanti crea disagi notevoli. Attendiamo fiduciosi l’intervento dei rappresentati politici nazionali, che speriamo riportino la normalità negli scambi nautici turistici. Intanto come associazione stiamo cercando di valorizzare attraverso l’iniziativa “Appuntamento in adriatico” la costa italiana in particolare sotto il profilo enogastronomico».
Il presidente camerale Antonio Paoletti, alla guida di Assonautica Trieste, ha anche consegnato “brevi manu” a Di Maio, nel giorno della sua visita a Trieste al seguito dei presidenti di Italia e Slovenia Sergio Mattarella e Borut Pahor, una lettera con l’obiettivo di sollecitarne un intervento al fine di raggiungere un accordo sulla base di quanto avvenuto in Francia. «Nel nostro golfo – spiega Paoletti – ci sono circa tremila natanti e sinceramente non capiamo perché la Slovenia abbia deciso di chiudersi in un momento critico e difficile: è un peccato. Oltre alla targa è necessario avere “l’esame per la conduzione”, ovvero la patente nautica. Per consentire a tutti di fare il corso ci vorrebbero almeno tre anni. Serve comunque una richiesta alla vicina Repubblica per ottenere una proroga di almeno due anni».
Le soluzioni attuabili, secondo Paoletti, sono numerose, tra le quali la creazione di targhe più semplici da ottenere in stile Venezia al fine di evitare i costi elevati di una immatricolazione standard. Il presidente in ogni caso nella lettera ricorda quanto avvenuto in Francia. «Con un accordo per la navigazione maturato nel 2005, infatti, gli uffici marittimi dei due Paesi sono arrivati a una soluzione tutt’oggi valida. I diportisti italiani devono poter esibire alle autorità di controllo i seguenti documenti: l’attestato di assicurazione del natante, la fattura, se disponibile, di vendita del natante e, se il proprietario o il titolare dell’assicurazione non fosse a bordo, l’attestato rilasciato da quest’ultimo alla persona che utilizza il natante».—
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