Blocco in Porto vecchio, chiuse le indagini su 19 attivisti di Trieste Libera

Il 10 febbraio, quando il Movimento era ancora unito e i ribelli non se n'erano andati, si era tenuto un presidio ai varchi di largo Santos e viale Miramare. Il pm Frezza, che 4 mesi fa aveva aperto il fascicolo, ora chiederà il rinvio a giudizio ipotizzando tra gli altri i reati di violenza privata e i fini eversivi
Lasorte Trieste 10/02/14 - Ingresso Bretella Porto Vecchio, TLT, Manifestazione Scadenza Ultimatum
Lasorte Trieste 10/02/14 - Ingresso Bretella Porto Vecchio, TLT, Manifestazione Scadenza Ultimatum

Il presidente di uno dei due Movimenti Trieste Libera, Roberto Giurastante, e 18 attivisti appartenenti al vecchio e al nuovo sodalizio, ora separati e ferocemente rivali, marciano verso il processo per manifestazione eversiva dalla Procura in seguito alla manifestazione del 10 febbraio scorso al Porto Franco. La notizia fa seguito a quella data quattro mesi fa su queste pagine; adesso lo stesso Giurastante fa sapere di aver ricevuto comunicazione della chiusura delle indagini e si apprendono più dettagliatamente i nomi e le ipotesi di reato. Ecco tutti i nomi degli indagati: Fabio Bastico, Paolo Bizzotto, Mauro Bressan, Nevio Carpani, Mario Comuzzi, Roberto Giurastante, Alessandro Gotti, Darko Jermanis, Moreno  Kraljevic, Franco Masci, Alessio Mauro, Luca Milkovitsch, Vito Potenza, Roberto Pozzari, Davide Radioni, Diego Toraldi, Roberto Zlatich, Franco Zonta, Gianpiero Zoppolato.

Circa 400 manifestanti pre-scissione avevano presidiato due varchi di accesso al Porto Vecchio, contro le presunte «speculazioni» legate al riutilizzo dell'area, chiedendo l'applicazione dello status internazionale di Territorio Libero di Trieste previsto dai trattati del 1947, non soggetto a sovranità e tassazione dello Stato italiano.

Trieste Libera blocca l’accesso al Porto Vecchio
Lasorte Trieste 10/02/14 - Ingresso Bretella Porto Vecchio, TLT, Manifestazione Scadenza Ultimatum

Il sostituto procuratore Federico Frezza ha ipotizzato i reati di violenza privata, adunata sediziosa e manifestazione eversiva: contestazioni molto gravi che prevedono anche pesanti pene detentive in caso di condanna. Ora si appresta a chiedere il rinvio a giudizio.

In una nota il Movimento (quello "targato" Giurastante) giudica le accuse «infondate ed evidentemente politiche», e annuncia l'intenzione di «affrontare a testa alta il processo e utilizzarlo per una nuova denuncia internazionale vittoriosa sulle violazioni dei diritti dei cittadini del Territorio Libero di Trieste da parte dello Stato e del governo italiani». Come già accennato sopra, tra gli indagati appare anche l’«altro» presidente del Mtl, Vito Potenza, e alcuni adepti ormai passati nelle file dei ribelli.

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