Blitz smaschera l’estetista fai da te in nero

Una 45enne di Fogliano e una 47enne di Ronchi:oltre 100mila euro di ricavi non dichiarati e 25mila euro di Iva non versata 
Un allestimento per l’attività di estetista scoperto dalla Guardia di finanza in un’abitazione privata
Un allestimento per l’attività di estetista scoperto dalla Guardia di finanza in un’abitazione privata

Un’estetista e una manicure “fai da te”, esercitavano l’attività a casa propria. Tutto in nero. A prezzi “scontati”, tra il 40 e il 50%. Una concorrenza sleale che andava avanti almeno da tre anni.
Era un continuo via vai nelle loro abitazioni, dal mattino fino al pomeriggio. Una media di 6-8 clienti al giorno. Tutto troppo sospetto. Tanto che, ottenuta l’autorizzazione dalla Procura di Gorizia, i finanzieri sono scesi in campo. Locali come veri e propri negozi, attrezzati di tutto punto. Le due donne, una 45enne operante a Fogliano Redipuglia, e una 47enne a Ronchi dei Legionari, completamente sconosciute al Fisco, avevano “bypassato” l’erario a fronte di un ammanco complessivo di oltre 100mila euro di ricavi non dichiarati e di 25mila euro di Iva non versata.
Il tutto nell’arco di circa 3 anni di attività per entrambe. L’una dedita alla cura della persona, tra cerette, peeling e massaggi localizzati, l’altra nella ricostruzione e decorazione delle unghie. Pratica, quest’ultima, che oggi è la più richiesta dalle clienti.
Un mercato sommerso che va a incidere sia sulle casse dello Stato, sia sull’alterazione sleale dei listini, ma anche sulla stessa garanzia di tutela della salute.
Il fenomeno è diffuso a Monfalcone e nel mandamento, ma non è facilmente “aggredibile”.
Le indagini della Guardia di Finanza, disposte dal Comando provinciale di Gorizia e condotte dalla Compagnia di Monfalcone per contrare l’abusivismo commerciale e l’economia sommersa, nell’ambito dell’attività di monitoraggio dei servizi alla persona, hanno focalizzato l’attenzione sui Centri estetici, una categoria in particolare sviluppo negli ultimi anni, considerato il consistente aumento della clientela, non solo femminile ma anche maschile. La Gdf ha così individuato e sottoposto a verifica fiscale alcune posizioni di dubbia legalità, dovute all’esercizio di queste professioni non eseguite in regolari Centri di benessere ma nel proprio domicilio.
Da qui i numerosi appostamenti dei militari nei pressi delle due abitazioni, attraverso i quali è stato constatato un forte flusso di persone che entravano e uscivano. Un via vai quotidiano. Difficile pensare ad una innocente rete amicale. Gli “scenari” di quell’andirivieni erano tali, piuttosto, da ritenere «altamente plausibile - come ha osservato la Guardia di Finanza - la concretizzazione dell’esercizio dell’attività economica ipotizzata al di fuori dei canoni della legalità commerciale». Flussi settimanali costanti, con il venerdì pomeriggio mediamente più “affollato”. Per entrambe le donne si calcola un giro di 6-8 clienti al giorno.
E una volta ottenuto il “placet” da parte dell’Autorità giudiziaria, i militari sono intervenuti.
Negli alloggi hanno trovato locali adibiti a “studio estetico”, con tanto di lettini, strumentazioni per la depilazione corporea, lampade UV e materiale altamente specializzato per la ricostruzione e decorazione delle unghie. La Gdf si è avvalsa anche delle dichiarazioni rese dalla stessa clientela identificata, a confema dell’attività in nero.
Il tutto ha portato alla ricostruzione dettagliata del volume d’affari prodotto dalle due donne nel giro di circa 3 anni, a fronte dunque del relativo ammanco per il Fisco degli oltre 100mila euro e dei 25mila euro di Iva complessivi.
Le due donne, davanti ai finanzieri, hanno prima dimostrato una certa reticenza. Hanno giustificato la loro attività domiciliare a carattere provvisorio, in attesa di poter aprire un negozio. Ma di fronte alle contestazioni evidenti, hanno di fatto ammesso le loro responsabilità, impegnandosi a mettersi in regola

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