Blitz nel campo di mais Ogm A processo 23 attivisti di Greenpeace

I componenti dell’associazione ecologista sono accusati di invasione arbitraria di terreno agricolo Archiviata l’imputazione per danneggiamento. L’irruzione a Vivaro nel luglio del 2010

Si è aperto a Pordenone il processo a carico di ventitre attivisti di Greenpeace responsabili del “blitz”, con tanto di taglio di piante di mais, in un campo dove venivano usate coltivazioni. Blitz messo a segno il 30 luglio del 2010 a Vivaro, in provincia di Pordenone.

Dei due capi di imputazione è stato archiviato il reato di danneggiamento, mentre rimane in piedi l’accusa di invasione arbitraria di terreno agricolo al fine di occupazione e danneggiamento, con rinnovo della notifica agli imputati, per cui l’udienza è stata spostata al prossimo 14 marzo.

Per Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace, «a oltre due anni di distanza, sono le persone che hanno puntato il dito sul problema delle coltivazioni illegali a essere sotto processo, quando in realtà grazie a quell’ intervento si è posto fine alla contaminazione in atto».

Gli attivisti entrarono nel campo per isolare e mettere in sicurezza le parti superiori delle piante di mais che stavano producendo polline transgenico. In seguito, le coltivazioni furono poste sotto sequestro, fu emesso un ordine di distruzione delle coltivazioni illegali e iniziò una più vasta campagna di campionamenti in tutto il Friuli Venezia Giulia.

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