BLITZ LEGHISTABasovizza, il vessillo col Sole padano sventola al posto del Tricolore

Blitz "targato" Lega al confine italo-sloveno, alle spalle di Trieste. Rimosso il Tricolore dall'asta della bandiera del valico di frontiera, alcuni attivisti hanno issato il vessillo bianco e verde col Sole delle Alpi, simbolo padano che ha contrassegnato per 700 volte la scuola pubblica di Adro. La bandiera italiana è stata poi rimessa a posto dai carabinieri
Lo scambio di bandiere a Basovizza
Lo scambio di bandiere a Basovizza
TRIESTE
A Terzigno il Tricolore l’hanno bruciato tre giorni fa. Qui, sul Carso, a Basovizza, qualcuno col volto nascosto l'ha rimosso dall'asta della bandiera posta a qualche metro di distanza dal valico italo-sloveno di Lipizza e ha alzato il vessillo bianco e verde col Sole delle Alpi, il simbolo padano che ha contrassegnato per 700 volte la scuola pubblica di Adro. Il Tricolore è stato ammainato verso le 9 del mattino. Nessuno è intervenuto perché il valico da tempo non è più presidiato.


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Mentre decine e decine di autovetture entravano in Slovenia per le usuali gite domenicali ma anche per fare il pieno di carburante, la bandiera col simbolo leghista ha sventolato a sei metri d’altezza per quasi un’ora, mentre il Tricolore era stato fatto scendere al livello del terreno e sfiorava l’estremo lembo della carreggiata.


Poi qualcuno ha notato l'anomalia e ha avvisato i carabinieri della Stazione di Basovizza. L'iniziativa al valico era stata annunciata sabato sera da una telefonata giunta alla redazione del
Piccolo
. Sedicenti "volontari verdi" avevano genericamente parlato di una clamorosa manifestazione al confine di Basovizza. Il che si è puntualmente avverato dodici ore più tardi.


Ma ritorniamo a ciò che è seguito all’ammainabadiera del Tricolore. I militari sono intervenuti con due vetture e prima delle 10 del mattino e l'usuale conformazione scenografica del valico è stata ripristinata. In alto, nel vento, il Tricolore della Repubblica; giù verso terra il Sole della Alpi. Più in là una caserma desolatamente vuota e l'antica pensilina.


Sull'episodio i carabinieri necessariamente dovranno redigere un rapporto anche perché la rimozione del Tricolore è avvenuta poche ore prima che i triestini celebrassero quanto è accaduto il 26 ottobre 1954, il giorno in cui la città è ritornata a far parte della famiglia italiana. Dal 1943 ne era stata esclusa: prima con l'occupazione nazista, poi con quella jugoslava, infine con gli angloamericani.


Le cerimonie peraltro in programma per domani erano già state criticate sabato con una nota ufficiale firmata da Maurizio Ferrara, capogruppo in Consiglio comunale della Lega Nord ed ex assessore Udc della prima giunta Dipiazza: "Quanto costeranno alla nostra gente le celebrazioni del prossimo 26 ottobre? Non era forse più giusto destinare le somme impegnate nelle manifestazioni pubbliche alle famiglie che hanno perso i loro cari in Paesi che non ci vogliono?".

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