Blitz in Capitaneria, incastrato dalla moglie
TRIESTE La guardia di finanza, dopo il blitz di lunedì mattina, è ritornata nella sede della Capitaneria di porto di Trieste per acquisire altri documenti nell’ufficio del militare sospettato di gestire anche un’attività commerciale in proprio. Gli accertamenti si starebbero estendendo pure alla moglie. Perché, come si è appreso, sullo sfondo dell’inchiesta della Procura su questa presunta “doppia occupazione”, emersa per effetto del fallimento della ditta, ci sarebbe una vicenda familiare. Tutto sarebbe partito da lì.
I due, stando a quanto si apprende, erano soci di una casa di riposo in centro città fallita a luglio. Ma quando la coppia ha avviato le pratiche per la separazione, con una causa civile che dura da più di un anno senza esclusione di colpi, i nodi sono venuti al pettine con denunce reciproche connesse - secondo quanto emerge - proprio all’impresa.
Il miliare (si tratta di un sottufficiale) figurerebbe semplicemente come socio al 50% della casa di riposo (posizione che risulterebbe dichiarata da anni in Capitaneria), mentre l’ex compagna avrebbe avuto il ruolo primario di amministratrice. Ma l’indagine punta a verificare proprio le mansioni del sottufficiale nella gestione della casa di riposo.
L’indagine è comunque per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. Investe il militare in quanto ritenuto un “amministratore di fatto” dell’impresa. Un incarico che avrebbe portato avanti privatamente nonostante la divisa. Questa l’ipotesi, tutta comunque ancora da dimostrare.
Il sottufficiale avrebbe condotto concretamente delle operazioni commerciali e contabili che confermerebbero in qualche modo le funzioni dirette - da amministratore - nella gestione societaria.
La guardia di finanza punta però a chiarire se l’attività commerciale oggetto d’indagine abbia coinvolto in qualche modo pure le mansioni del militare in Capitaneria. Vale a dire se il sottufficiale si dedicava a questa presunta attività esterna soltanto da casa propria oppure anche in ufficio.
L’inchiesta è circoscritta in ogni caso soltanto al militare e all’ex compagna, non ad altri colleghi che operano in Guardia costiera. L’indagine della Procura non investe quindi l’operato della Capitaneria di porto di Trieste, cioè le funzioni del corpo, bensì le possibili occupazioni private di un singolo: è questo ad aver destato i sospetti degli inquirenti.
Il primo intervento della finanza nella sede della Guardia costiera risale dunque a lunedì scorso. Nel corso dell’operazione, proseguita in questi giorni, le Fiamme gialle hanno perquisito gli uffici dell’indagato e acquisito anche alcuni documenti inerenti la presunta occupazione societaria dell’uomo. —
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