Blitz del Fisco allo Yacht Club Adriaco

TRIESTE. Si profilano all’orizzonte acque agitate per lo Yacht club Adriaco. Dopo la stangata fiscale che rischia di azzerare le attività sportive e sociali della Bavisela, è la storica società velica triestina che si affaccia sulla Sacchetta a essere finita sotto la lente d'ingrandimento dell'Agenzia delle entrate.
Voci di banchina circolavano già da qualche giorno, ma solo nella serata di ieri il presidente Francesco Rossetti Cosulich ha confermato la notizia, diramato una nota che getta un po’ di luce su quanto sta accadendo sul molo della più antica società velica dell'Adriatico. «Lo Yacht club Adriaco Asd ha ricevuto nel mese di ottobre la notificazione di un processo verbale di constatazione - scrive Rossetti Cosulich - in cui l'Agenzia delle entrate ha preso in esame alcune attività della società, dando un’interpretazione della normativa fiscale concernente tali attività diversa da quella fornita dall'Adriaco».
Il processo verbale di constatazione notificato è ancora un atto dell'istruttoria e quindi, a differenza di quanto sta accadendo in casa Bavisela, non genera immediatamente un debito tributario. In questa fase, la società non può nemmeno impugnare l'atto e quindi si deve limitare ad aspettare il corso degli eventi. «Abbiamo collaborato pienamente e in maniera trasparente alla verifica - così la nota del presidente - , pertanto in questo momento non possiamo formulare alcuna opinione. Ci limitiamo a esprimere la convinzione secondo cui l'Adriaco ha dato alla normativa fiscale la corretta interpretazione».
Fin qui il comunicato ufficiale, che però non entra nei dettagli della vicenda. «Non voglio fornire ulteriori informazioni - si scusa Rossetti Cosulich - . Il direttivo dell'Adriaco si è già riunito e ha deciso di affidare la delicata questione a un legale. Non trovo corretto aggiungere altro».
Le banchine, però, sono piccole e la gente mormora. La buriana che sta investendo l'Adriaco, infatti, non è passata inosservata e molti appassionati velisti un'idea sulla vicenda se la sono fatta. «Stanno provando a insinuare il fatto che l'Adriaco non sia un'associazione sportiva dilettantistica», spiega uno di loro, che però chiede di rimanere nell'anonimato. Alla società velica fondata nel 1903, secondo questa ipotesi, verrebbe contestata un’attività commerciale mascherata da Asd. Nel mirino dell’Agenzia delle entrate sarebbero finiti, il condizionale è d'obbligo, i posti barca antistanti la sede situata sul molo Sartorio. L'Adriaco avrebbe usufruito indebitamente dell'esenzione Iva che è riservata alle Asd, pur operando un'attività che è propria dei marina. «Trovo offensiva questa contestazione - aggiunge l’anziano velista triestino -. Non si può negare il valore sociale di una società come l'Adriaco, che investe buona parte del proprio bilancio nell’attività di promozione della vela, lavorando con i ragazzi per insegnare loro il valore dello sport. So di altri circoli velici che si sono trovati ad affrontare queste accuse: sono usciti tutti a testa alta da questi procedimenti».
L’indagine ora accerterà le eventuali responsabilità dello Yacht club triestino, la cui storia è impreziosita da numerose partecipazioni olimpiche, tre medaglie olimpiche, svariate medaglie d'oro al valore atletico e numerose vittorie in campionati nazionali, europei e mondiali. Riconoscimenti ai quali si vanno ad aggiungere la Stella d'oro al merito sportivo e il prestigioso Collare d'oro al merito sportivo, la più alta onorificenza conferita dal Coni.
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