Blitz a Duino: stop al centro culturale, senegalesi beffati

DUINO AURISINA Sfuma il sogno della comunità senegalese “muoride” di trasformare l'ex mobilificio Arcobaleno di Duino Aurisina in un centro culturale e di preghiera.
Mentre infuriava la polemica, alimentata dai numerosi residenti contrari al nuovo insediamento, la società Fernetti srl ha siglato con la proprietà dell’edificio il contratto preliminare di compravendita, con l’obiettivo di trasformare la struttura in una residenza polifunzionale destinata agli anziani. Una mossa a sorpresa, fatta dalla stessa società che gestisce attualmente la casa di riposo “Hotel Fernetti”.
Martedì è stata depositata nel Municipio di Duino Aurisina la richiesta per il cambiamento di destinazione d'uso dell'immobile, appunto da commerciale a residenza polifunzionale.
E dopo il via libera degli uffici comunali, che dovrebbe arrivare entro 30 giorni, il proprietario e l’acquirente formalizzeranno l’atto definitivo davanti al notaio. Top secret per ora l'importo indicato nel preliminare. L'affare, comunque, è fatto.
La Fernetti srl, che da tempo cercava un immobile in cui insediare la futura residenza per anziani, ha manifestato il suo interesse solo un paio di settimane fa. Il tempo di visitare la struttura di Duino e valutare gli interventi necessari e il papabile acquirente ha messo rapidamente nero su bianco la proposta, ritenuta congrua e accettata dalla proprietà.
La comunità senegalese invece non aveva ancora presentato una formale proposta di acquisto. Lo stesso Amadou Fall, segretario generale e tesoriere della comunità senegalese “mouride”, nel corso della diretta Facebook trasmessa martedì scorso sulla pagina del Piccolo, aveva confermato che non era stato ancora trovato un accordo economico con la proprietà.
Per la comunità senegalese sarà ora inevitabile cercare un altro immobile in regione. La scelta potrebbe cadere ancora su uno stabile in provincia di Trieste ma, viste anche le forti polemiche che nel capoluogo regionale hanno accompagnato il progetto, non è escluso un cambio radicale di destinazione.
Come noto l’arrivo a Duino il 26 febbraio scorso di una corposa rappresentanza dei circa 700 senegalesi "mouride" che vivono in Friuli Venezia Giulia, aveva messo sul chi va là i residenti. I senegalesi arrivati in pullman avevano preso visone dell'immobile, valutando la concreta possibilità di trasformarlo in un centro culturale e di preghiera.
Uno spazio necessario per accogliere una comunità religiosa cresciuta in modo esponenziale in questi anni, tanto da diventare una delle più impostanti comunità islamiche della regione e da far apparire del tutto inadeguato lo stabile di via Donizetti finora utilizzato per ritrovi e cerimonie.
L’interesse dei senegalesi per l'ex mobilificio in pochi minuti aveva fatto immediatamente il giro del paese. Ed era partita altrettanto rapidamente una raccolta di firme per dire No a quello che per i firmatari poteva diventare «causa di stravolgimento sociale» del paese.
Il sindaco Vladimir Kukanja aveva fin da subito chiarito l'impossibilità del Comune di impedire una compravendita fra privati. Una line contestata dal comitato dei Cittadini del Golfo, oltre che da Fratelli d'Italia e Autonomia Responsabile, per voce dell'ex sindaco di Duino Aurisina, e ora consigliere regionale, Giorgio Ret.
Un no secco era arrivato pure dalla lista di centrodestra Forza Duino Aurisina - Progetto Civico, con la candidata sindaco Daniela Pallotta e il capolista, Massimo Romita, così come dalla Consulta dei giovani di Duino Aurisina.
Ma il nome di maggior peso ad entrare nella vicenda è stato sicuramente quello di Carlo Alessandro, principe di Torre e Tasso che, proprio nel suo castello, aveva ospitato una partecipata assemblea sul caso, mettendosi di fatto a capo dei contras.
«Questo non è un problema di razzismo, di colore della pelle, di credo religioso - aveva chiarito durante il suo intervento -. Semplicemente centinaia di persone in più, per un centro come il nostro, sono troppe, creerebbero problemi di scuole per i loro bambini, di parcheggi, di circolazione»
In quell’occasione, a favore dell’iniziativa dei senegalesi “mouride” aveva invece parlato Roberto Gotter, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Duino.
«Il Pd - aveva spiegato, ribattendo alle critiche del principe e del comitato dei Cittadini per il golfo - come forza politica progressista e moderata che ha, tra i suoi valori fondanti, la solidarietà e l'integrazione, non può comprendere né condividere un atteggiamento ostile, che parla di difesa dell'identità e della cultura.
Non è con le barriere culturali che si riesce a dare continuità alla nostra identità - aveva proseguito Gotter - ma solo condividendo i nostri valori all'interno di una società che cambia».
Una linea condivisa anche dal segretario della confraternita “mouride” che, in risposta alle polemiche, non aveva usato mezzi termini. «Comprare quell’immobile è un nostro diritto: pretendiamo rispetto per le nostre scelte perché noi siamo i primi a rispettare gli altri».
Un botta e risposta a cui ha messo fine ora, a sorpresa, una società interessata a costruire una riposo.
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