Blindato dell’Esercito si ribalta: centra una Smart che resta in piedi

Tra una piccola Smart e un poderoso mezzo blindato Lince ad avere la peggio è stato incredibilmente il secondo. Davide, insomma, batte Golia.
A causa dell’incidente che si è verificato ieri lungo la strada che da Opicina porta a Borgo Grotta sono rimaste ferite tre persone, fortunatamente in maniera lieve. Sono l’autista e l’istruttore del Lince e il conducente della Smart.
I primi due hanno riportato alcune contusioni. Il conducente della Smart è rimasto quasi illeso: ha anche rifiutato il trasporto al pronto soccorso da parte di un’ambulanza del “118”. Certo è che per l’automobilista la paura è stata tanta. Si è visto improvvisamente arrivare contro un blindato da 7 tonnellate. Un vero e proprio mostro rispetto all’utilitaria. L’incidente sarebbe stato provocato dall’improvviso guasto dello sterzo del blindato che pesa 7 tonnellate. Un guasto che ha impedito di fatto al conducente del Lince definito dalla sigla Vtlm (veicolo, tattico, leggero, multiruolo) - che stava facendo scuola guida - di mantenerlo in strada. Così il Lince si è ribaltato su un fianco e poi ha proseguito la sua spericolata corsa fino a colpire, seppur di striscio, una Smart. La vettura si trovava a una trentina di metri e in quel momento proveniva in senso contrario. Alla fine il blindato per inerzia si è fermato proprio sul ciglio della strada. L’allarme è scattato alle 10.20. Sul posto è arrivata un’ambulanza del Servizio 118. Poi una squadra dei vigili del fuoco e gli agenti della Polizia locale che hanno effettuato i rilievi di legge. Dopo poco sono giunti anche alcuni ufficiali della caserma di Borgo Grotta. Dai primi accertamenti è emerso che il mezzo in dotazione al Reggimento Piemonte cavalleria stava viaggiando a velocità moderata. Si è “alzato” proprio affrontando una curva. Ed è stato di fatto impossibile per il conducente riportarlo in carreggiata.
Questo mezzo utilizzato da anni nelle missioni di pace in Afghanistan è al centro d’inchieste giudiziarie proprio per la sua presunta pericolosità. Per il mezzo in dotazione ai militari italiani anche in missioni internazionali c'è infatti il rischio di tenuta strada nelle aree extraurbane e a una velocità superiore ai 65 km orari. A queste conclusioni é giunta recentemente la Procura di Civitavecchia al termine di un’indagine avviata a seguito dell'incidente avvenuto nel febbraio del 2011 sulla via Aurelia, nel quale perse la vita un paracadutista della Brigata Folgore, Nicola Casà, e rimasero feriti altri quattro soldati.
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