Bled diventa per due giorni la “Davos” dell’Est Europa
INVIATO A BLED. È toccato ai giovani, dunque al futuro dell’Europa, inaugurare i lavori dell’ottavo Bled Strategic Forum, tradizionale appuntamento di fine estate sull’omonimo lago della Slovenia che da quest’anno può sicuramente essere ribatezzato senza timore “la Davos dell’Est” con i suoi 500 partecipanti provenienti da 50 nazioni e con oltre 200 giornalisti accreditati a seguire l’evento. A salutare gli oltre 100 giovani professionisti e futuri leader giunti qui a Bled da 21 nazioni diverse è stata la padrona di casa, la premier Alenka Bratušek. «Mentre il mondo è in subbuglio - ha esordito la Bratušek - e noi stiamo lavorando alla riforma delle pensioni, al sistema del welfare, cercando di ridefinire il nostro sistema educativo, riconsolidando le finanze pubbliche e valutando nuove formule per far ripartire il sistema economico, noi spesso dimentichiamo che tutte queste cose sono strettamente collegate. Dobbiamo assolutamente pensare e lavorare per uscire dall’attuale situazione come una società unica». «Porprio per questo - ha concluso la premier - ciascuno di noi deve fare la sua parte e interpretare il proprio ruolo per fare in modo che il cambiamento avvenga».
Ufficialmente il Forum sarà inaugurato questo pomeriggio con la partecipazione di tre capi di Stato, lo sloveno Borut Pahor, il croato Ivo Josipovi„ e l’austriaco Heinz Fischer alla presenza di 27 ministri dei vari Stati del centro Europa e dei Balcani, di cui ben 10 ministrio degli Esteri e del presidente del Consiglio Enrico Letta che successivamente avrà anche un incontro con la collega slovena Bratušek a Vila Bled. All’ordine del giorno i principali temi bilaterali tra i due Paesi in vista soprattutto del prossimo vertice trilaterale di Venezia tra Italia, Slovenia e Croazia in calendario il prossimo 12 settembre e dove i tre Paesi, con la Croazia per la prima volta presente quale membro effettivo dell’Unione europea, cercheranno di scrivere una vera e propria “Carta di Venezia” in cui definire la nuova politica comune espressa nella cornice comunitaria. Tra i temi che saranno affrontati da Letta e Bratušek sicuramente ci sarà quello relativo al rigassificatore in Alto Adriatico (leggi Zaule a Trieste) ma anche le prospettive relative a una più stretta cooperazione sul piano energetico e delle infrastrutture, viarie, ferroviarie (Corridoio 5) e portuali (sinergie tra gli scali). Si parlerà anche del tema della pesca soprattutto dopo l’ingresso della Croazia nell’Ue e il venire meno di ogni significato della Zona ecologico ittica croata mentre Zagabria pensa a una zona economica esclusiva.
Il tema principale del Forum di quest’anno recita: «Un’Europa che cambia in un mondo che cambia». Non meraviglia dunque che tra le principali discussioni ci sarà quella relativa al futuro dell’allargamento dell’Unione europea a Est dopo l’adesione della Croazia, quella che tratterà degli scenari che interesseranno la moneta unica europea e le pèolitiche economiche e finanziare dei Ventotto con un capitolo riservato anche alla Turchia e ai molti interrogativi che ancora vertono sulla sua adesione all’Ue. La parte più strettamente economica sarà dedicata invece alle opportunità di business sui mercati della Russia e dell’Asia centrale, mentre un focus sarà dedicato altresì al ruolo della giustizia criminale internazionale.
Su tutto pesa la tragica situazione internazionale con gli impetuosi venti di guerra che soffiano sulla Siria e, quindi, sull’intero scacchiere mediorientale. Nel mondo della globalizzazione l’Europa sa di non potersi chiudere in una torre d’avorio e che un’eventuale intervento degli Usa e della Francia avrà pesanti ripercussioni sull’intero pianeta, Europa in primis non fosse altro per la marea di profughi che inevitabilmente diventerebbe ancor più intensa di quanto non abbia fatto vedere negli ultimi giorni con gli sbarchi nel Sud dell’Italia.
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