Blasoni scaricato da Fi. E' fuori come nel 2013. «Ora lascio la politica»

«Berlusconi favorevole ma a “corte” qualcuno ha remato contro». In pole come capogruppo al Senato il sindaco di Cividale Balloch
Riccardi - Blasoni - Brandolin
Riccardi - Blasoni - Brandolin

TRIESTE. La costruzione delle liste per le elezioni politiche fa la prima vittima nel centrodestra del Friuli Venezia Giulia. Non correrà per un posto in parlamento Massimo Blasoni, vicecoordinatore regionale e coordinatore provinciale di Udine di Forza Italia, nonostante fino agli ultimi giorni fosse stato dato per blindato dai suoi per un posto da capolista al Senato.

Un nome eccellente, che annuncia personalmente la malaparata e la conseguente decisione di ritirarsi definitivamente dalla politica attiva per dedicarsi alla propria azienda. Blasoni ha inviato ieri mattina un sms agli «amici» del partito: «Vi scrivo dispiaciuto ma con un sorriso. Tranne miracoli sono rimasto fuori. Berlusconi, che mi stima, era favorevole alla candidatura ma a “corte” qualcuno si è risolutamente opposto anche per influenze esterne». L’imprenditore fa lo sportivo: «Ne prendo atto senza alcuna acrimonia. Procedo, comunque felice, occupandomi della mia azienda e scrivendo: due modi altrettanto validi per essere utile alla società. A quelli tra voi che sono candidati faccio un grande in bocca al lupo, il sostegno non mancherà. Il mio impegno però, potete capirmi, finisce qui».

Le dimissioni dagli incarichi politici arriveranno nei prossimi giorni. Blasoni pare intenzionato al definitivo ritiro dalla politica, dopo che già nel 2013 aveva perso all’ultimo il biglietto per il parlamento. Anche in quel caso, il sogno di un seggio a Roma da capolista del Pdl, svanì all’ultima curva con un colpo di scena nella notte. A pesare sulle aspirazioni del due volte consigliere regionale, fu il riemergere di precedenti guai giudiziari. Già in quell’occasione Blasoni aveva annunciato la fine del suo impegno pubblico, ma negli anni successivi ci aveva ripensato. Ora siamo al déjà vu, ma stavolta l’imprenditore assicura che la scelta sarà senza ritorno, dopo che a nulla sono valsi i contatti diretti intrattenuti nelle ultime settimane con Berlusconi.

«Game over», dice Blasoni, il cui ultimo atto politico è stato chiudere sul nome del leghista Pietro Fontanini come candidato nella corsa a sindaco di Udine. Tornerà a dedicarsi a tempo pieno alla sua azienda Sereni orizzonti, impegnata nella costruzione e gestione di residenze sanitarie per anziani in mezza Italia: 2.500 dipendenti, 120 milioni di fatturato e 10 milioni di utile nell’ultimo esercizio. Rimane inoltre l’attività promossa dal Centro studi ImpresaLavoro, fondato dall’azzurro come voce alternativa alla Cgia di Mestre.

Il ruolo di capogruppo al Senato andrà ora quasi certamente al sindaco di Cividale, Stefano Balloch, capace anche lui di intrattenere relazioni dirette con Arcore e per questo non particolarmente amato dalla componente locale del partito. Forza Italia schiererà inoltre Sandra Savino nella prima posizione del listino della Camera: la coordinatrice regionale sta infatti cercando di tenersi libera dalla corsa all’uninominale – avrebbe rifiutato sia Trieste che il Medio e Alto Friuli – per lasciarsi la possibilità di dimettersi e optare per un posto nell’eventuale giunta regionale di centrodestra, con probabile assunzione dell’assessorato al Bilancio.

Nel frattempo le trattative proseguono febbrili, tanto ad Arcore quanto a Roma, nel tentativo di trovare l’incastro entro lunedì, quando i partiti saranno chiamati al deposito delle liste. Il quadro per il centrodestra regionale sembra comunque avviato a definizione e, per quanto riguarda il proporzionale, dice che la Lega schiererà certamente Massimiliano Fedriga alla Camera e, con buona probabilità, il friulano Mario Pittoni al Senato. Fratelli d’Italia opterà invece per l’ex pentastellato Walter Rizzetto come capolista per Montecitorio e Fabio Scoccimarro per Palazzo Madama: se il primo ha possibilità d’elezione attraverso il gioco nazionale dei resti, per il triestino si prefigura una candidatura di bandiera e poi l’atterraggio in giunta regionale, con possibile delega allo sport e al Turismo. Noi con l’Italia ha scelto invece l’ex Udc Angelo Compagnon per la Camera, mentre per il Senato sono in ballottaggio gli ex alfaniani Sandro Colautti e Paride Cargnelutti: in questo caso vale lo stesso discorso fatto per Fdi e cioè alcune chance di elezione per Compagnon e un ruolo simbolico per i fuoriusciti di Alternativa popolare.

A completare la rappresentanza delle molte anime di Nci, sarà la candidatura di Renzo Tondo nel collegio uninominale della Camera a Trieste, dove il carnico in quota Fitto se la batterà probabilmente con Debora Serracchiani, dopo aver superato indenne le tensioni dei giorni scorsi tra fittiani e componente Udc, arrivati ai ferri corti per difficoltà a trovare la quadra nazionale sui nomi da mettere in lista.

A Udine sembra al momento favorito il sindaco leghista di Corno di Rosazzo, Daniele Moschioni, e il Carroccio piazzerà inoltre il vicesindaco di Sacile Vannia Gava a Pordenone. Ancora in ballo sono invece i collegi di Gorizia e del Medio e Alto Friuli: in entrambi viene infatti quotata la presenza dell’azzurra Manuela Di Centa, che in Carnia non sembra al momento avere alternative mentre a Gorizia sarebbe in ballottaggio con Guido Germano Pettarin, ex socialista passato a Forza Italia, presidente regionale della Federazione italiana dell’atletica leggera e assessore al bilancio delle giunte goriziane di Ettore Romoli e Rodolfo Ziberna. Il maggioritario del Senato vedrà infine per il centrodestra la candidatura ormai solida di Luca Ciriani (Fdi) nel collegio di Udine-Pordenone, mentre la scelta per Trieste-Gorizia sembra al momento Laura Stabile, medico e segretaria di Anaao Assomed, che starebbe preparando una campagna tutta puntata su questioni di carattere sanitario, sempre ammesso che da Arcore non si decida di candidare all’ultimo momento una donna paracadutata da fuori regione.

 

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