Blasoni conquista il ruolo di vice Savino
TRIESTE. Un uomo forte in provincia di Udine: Massimo Blasoni. Due nomi di minore notorietà, invece, a Gorizia e Pordenone. L’organigramma di Forza Italia Fvg si sta completando con un mix tra conferme e rinnovamento. Un’operazione gestita da Sandra Savino che dovrà passare l’ultimo vaglio, quello di Silvio Berlusconi, con ogni probabilità venerdì, il giorno in cui è fissato un vertice romano con i neocoordinatori regionali del movimento azzurro.
Sembrava che ci potesse essere già ieri un incontro definitivo, ma il Cavaliere è rimasto ad Arcore. Savino si è comunque immersa nel pomeriggio in una riunione fiume con il gruppo parlamentare, con all’ordine del giorno anche la questione dei coordinamenti regionali. Per quel che riguarda il Friuli Venezia Giulia le certezze riguardano il numero delle caselle (quattro con quella della deputata triestina) e la provenienza dei vice: nella versione 2.0 di Forza Italia entreranno anche un goriziano, un udinese e un pordenonese. Un equilibrio territoriale che è stato un criterio promosso da Savino un attimo dopo aver ricevuto da Berlusconi l’incarico di costruire la squadra in regione.
In queste ore l’ex assessore al Bilancio si è mossa d’intesa con i suoi compagni di viaggio degli ultimi mesi: Blasoni e l’ex collega di giunta Riccardo Riccardi, quest’ultimo fuori dalla pattuglia dei vice ma con il ruolo parimenti importante di capogruppo in Consiglio regionale. Assieme ai due forzisti udinesi la parlamentare sta dunque cercando gli ultimi incastri. L’unica certezza, al momento, riguarda il nome di Blasoni. L’imprenditore friulano lavorava da tempo per occupare la poltrona di vicecoordinatore e, rapporti stretti con Denis Verdini a parte, ha fatto valere un profilo che coincide con le esigenze di Berlusconi nell’ottica del rilancio dello spirito del 1994. Per Blasoni un significativo passo avanti verso il suo principale obiettivo, la candidatura in Parlamento. Dopo la beffa di un anno fa, l’imprenditore delle case di riposo spera che stavolta (le elezioni non dovrebbero essere troppo lontane, prima o dopo arriveranno) sia davvero la volta buona.
La situazione si profila invece diversa a Gorizia e Pordenone. L’intenzione di Savino, a quando filtra, parrebbe quella di procedere a un rinnovamento molto più spinto. Secondo qualche veleno interno, si tenterebbe in realtà di non oscurare i big. Una sorta di “non disturbiamo il manovratore”. Fatto sta che nell’Isontino, su esplicita indicazione della coordinatrice, si opterebbe, anziché per azzurri di peso come Ettore Romoli o Rodolfo Ziberna, per qualche giovane amministratore locale. Si sono fatti in particolare i nomi di due donne, ma sarebbero stati subito accantonati risultando espressione di liste civiche e non di partito, nemmeno di provenienza pidellina. E, in ogni caso, la soluzione di un vice estraneo agli schemi consolidati non convince affatto il territorio (per questo Romoli e Ziberna rimangono ancora in corsa), non almeno a pochi mesi da una tornata amministrativa che consegnerà non poche responsabilità al coordinamento Fvg e alle sue diramazioni provinciali.
Stessa linea nella Destra Tagliamento. Anche in provincia di Pordenone, mentre calano le quotazioni di Franco Dal Mas, spuntano infatti nomi non troppo noti come i consiglieri provinciali Antonio Marinelli e Fernando Padelletti, il consigliere comunale Andrea Cabibbo e l’avvocato Fabiano Filippin, referente locale dell’esercito di Silvio. Il rinnovamento non dispiace a Elio De Anna: «Dal mio punto di vista per ogni testa ci deve essere al massimo un incarico, mi pare corretto dunque non trasformare i consiglieri regionali in coordinatori provinciali. Savino ha bisogno di persone, se non necessariamente nuove, che abbiano caratteristiche più organizzative che politiche». L’ex assessore regionale conclude: «Senza andare sulla strada del “renzismo”, nella fase costituente del partito ben vengano alcune novità per ripartire con la strutturazione territoriale».
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