Bivacchi, rifiuti e minacce nell’autorimessa Pellico di Trieste
I proprietari dei box denunciano le intrusioni di giovani che manomettono l’ingresso. L’amministratore Coral propone ai condomini un servizio di vigilanza 24 ore su 24
«Nell’assemblea che convocherò a breve, proporrò di introdurre un servizio di guardia giurata operativo giorno e notte, perché non vedo altra via di uscita».
Enrico Coral amministra l’autorimessa Pellico, che si trova nell’omonima via, all’imbocco di Scala dei Giganti.
Nelle ultime settimane, ha registrato un crescente numero di segnalazioni da parte dei proprietari dei box auto presenti in quel parcheggio multipiano, che raccontano incursioni di migranti, che con giacigli di fortuna dormono sulle scale della struttura, e di gruppetti di ragazzi che al pomeriggio si sistemano nelle parti comuni per consumare alcol e stupefacenti. «Ci sono persone che sono state minacciate perché hanno osato dire loro qualcosa – riferisce Coral – altre che hanno paura ormai di andare a recuperare l’automobile da sole».
Il park – che non dispone di posti a rotazione, ma solo di garage di proprietà, in alcuni casi dati in locazione – è dotato comunque di un impianto di videosorveglianza che vigila sui diversi accessi. L’amministratore riferisce di aver «inoltrato una segnalazione alla Questura e di aver predisposto intanto un rafforzamento dei passaggi della ditta incaricata del servizio di sorveglianza».
Per creare dei giacigli di fortuna, i migranti in alcuni casi hanno anche preso dei pannelli di polistirolo o dei cartoni sistemati in alcuni dei box, lasciati aperti quando la vettura non è presente. All’autorimessa, che gode di sei livelli, si accede da via Silvio Pellico, ma il park, attraverso una porta di sicurezza, all’ultimo piano si affaccia su un giardinetto, che poi consente l’accesso a una serie di residenze parzialmente visibili scendendo Scala dei Giganti. I proprietari dei box sono perlopiù residenti della zona o liberi professionisti e commercianti che hanno attività in centro.
L’ingresso principale conta di un grande portone, che durante il giorno resta sollevato e nel tardo pomeriggio viene abbassato, consentendo in quel caso l’ingresso ovviamente solo a chi ne è autorizzato. Al centro di quel varco è ricavata una porta, usata da chi entra e esce senza autovettura, «che è stata manomessa, forzata – denuncia l’amministratore – così come è stato manomesso l’ascensore, a detta del manutentore usato da troppe persone contemporaneamente, con un peso eccessivo per capirci. Lo usano per andare sul lastrico solare, evidentemente».
Insomma, una situazione ormai al limite, che impone l’adozione di soluzioni. «Io sono stato minacciato da una persona che, oltre a prendermi a male parole, mi ha mostrato il pugno», riferisce un imprenditore triestino, che con la famiglia è proprietario di alcuni garage in quella autorimessa.
Fino a qualche mese fa i frequentatori abusivi di quel multipiano erano pressoché ragazzini. Ora invece i proprietari riferiscono di «ventenni, stranieri ma anche qualche italiano, gli stessi che poi si aggirano tra piazza Goldoni, il Mc Donald’s e la Scala dei Giganti». I segni della loro presenza sono evidenti, con immondizie lasciate ovunque: lattine, resti di cibo, cartacce. C’è anche chi ha trovato le scale o l’ingresso del box lordati di urina e vomito. Poi la ditta incaricata delle pulizie sistema tutto. Le testimonianze parlando di «consumo evidente da parte di quei gruppetti di alcol e sostanze stupefacenti». Non è escluso lo spaccio.
Poche settimane fa alcuni dei residenti della zona, proprietari anche di box nell’autorimessa, hanno incontrato l’amministratore. «Serve adottare con urgenza dei provvedimenti – sostengono – cambiando anche il portone di ingresso, rendendolo più sicuro». La prossima assemblea deciderà il da farsi. —
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