Birra fantasma nel capannone Immobiliarista condannato

Quattro anni e tre mesi al triestino Bizzotto per il crac di una società di Fontanafredda di cui è stato considerato l’amministratore di fatto
foto missinato - tribunale pn veduta
foto missinato - tribunale pn veduta

Quattro anni e tre mesi agli ex amministratori per il crac della Q logistic di Fontanafredda, fallita nel 2014, per l’ipotesi di distrazione e per aver cagionato il fallimento della società con operazioni dolose. Assolti invece dall’accusa di non aver tenuto le scritture contabili per evitare la ricostruzione patrimoniale. È la sentenza emessa dal Tribunale collegiale di Pordenone, presieduto da Licia Consuelo Marino, a latere i giudici Iuri De Biasi e Giorgio Cozzarini, nei confronti di Federico Bizzotto, 44 anni, agente immobiliare di Trieste, ritenuto dall’accusa l’amministratore di fatto, e Marco De Zan, 49 anni, imprenditore di Fiume Veneto, amministratore di diritto. Bizzotto (avvocato Raffaele Mauri) e De Zan (avvocato Romano Bottosso) sono stati condannati anche all’inabilitazione all’esercizio d’impresa (per 10 anni) e all’interdizione dai pubblici uffici (per cinque).

Secondo l’accusa nel capannone della ditta vennero stoccati, ma solo in via nominale, otto milioni di litri di birra. La Procura ha ritenuto, però, che tale società fosse fittizia e fosse stata costituita per realizzare un deposito fiscale in cui convogliare tutti i debiti derivanti dalle accise sulla birra. Il pm Andrea Del Missier ha chiarito nella sua requisitoria che le operazioni dolose sarebbero consistite nella stessa creazione della società Q logistic. Il pm ha elencato i motivi per i quali ritiene fittizia la società: movimentazioni bancarie trascurabili e incoerenti rispetto al volume milionario, niente dipendenti, né pagamenti a fornitori o lavoratori, o transiti di merce a Fontanafredda, e nella sede la finanza ha trovato un’altra ditta. Il pm ha evidenziato che Bizzotto ha finanziato la provvista iniziale della srl, ricevuto bonifici dalla Q logistic e versato 10 euro per riportare in attivo il conto in rosso della società. Mauri ha negato qualsiasi partecipazione nella srl di Bizzotto, sostenendo che era solo un immobiliarista che aveva fatto da tramite per il contratto d’affitto del capannone e che c’era una mail in cui la segretaria della società proprietaria dell’immobile si lamentava della variazione di Iva e chiedeva a Bizzotto di sollecitare il cliente a regolarizzare la posizione. –





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