Bini guida la classifica dei redditi di Palazzo. In aula Bolzonello è al top

I numeri 2017: l'assessore alle Attività produttive è a 477 mila euro. Sul podio della giunta ci sono anche Gibelli a 124 mila e Fedriga a 98 mila. Il Consiglio registra un tris di dem al vertice. Ma mancano ancora 13 dichiarazioni
L'assessore alle Attività produttive Sergio Bini
L'assessore alle Attività produttive Sergio Bini

TRIESTE Sergio Bini guida senza rivali la classifica dei redditi di Palazzo. L’assessore alle Attività produttive che ha costruito la sua fortuna imprenditoriale nel mondo cooperativo viaggia con un imponibile lordo 2017 di 477.260 euro, quattro volte il secondo in classifica della giunta Fedriga, la responsabile della Cultura Tiziana Gibelli (124.869). In coda c’è Stefano Zannier, assessore all’Agricoltura, con 11.490 euro. Tolto Bini, quella costruita dai partiti del centrodestra dopo il voto del 29 aprile è una giunta più “povera” rispetto al passato.

A leggere i redditi 2012 di Debora Serracchiani e dei suoi assessori, le cifre erano mediamente più alte. La presidente dem, da neoeletta in Regione, sommava ai 26.375 euro da avvocato del lavoro altri 95.482 euro dell’indennità da europarlamentare, ma non era in testa, giacché davanti a lei si piazzava l’ex rettore dell’Università di Trieste Francesco Peroni con 155.694 euro, mentre al terzo posto si collocava Maria Sandra Telesca, già direttore amministrativo dell’ospedale di Udine, con 111.384 euro. Agli ultimi due posti Sara Vito e Paolo Panontin con 39 mila e 33 mila euro.



Nella giunta Fedriga si segnalano anche i 113.165 euro di
Sebastiano Callari
, assessore alla Funzione pubblica che un anno fa era primario facente funzioni di urologia a Gorizia, oltre che assessore a Monfalcone, ma devolvendo lo stipendio a un fondo per le cure di indigenti. Bisogna scendere sotto i 100 mila euro per trovare
Massimiliano Fedriga
(98.471) e
Riccardo Riccardi
(93.961), presidente e vicepresidente che hanno invece un reddito frutto della politica. Esperienza parlamentare per l’attuale governatore, sempre in Regione per l’assessore alla Salute che nel 2017 era capogruppo di Forza Italia.

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A seguire c’è l’assessore dei conti Barbara Zilli (87.414), pure lei in Regione nella scorsa legislatura, e quello alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti (40.920), che l’anno prossimo vedrà decollare l’imponibile dopo il trasferimento dal municipio di Trieste. Stesso trend per gli altri membri di giunta che guadagnavano molto meno fuori da piazza Unità: Graziano Pizzimenti (30.177), Alessia Rosolen (29.835) e appunto Zannier, che fa peraltro sapere che un reddito così basso dipende da questioni contabili. Se Bini alza l’asticella e porta la giunta a un reddito medio di oltre 110 mila euro, il Consiglio sta su un piano inferiore. Gli over 100 mila sono solo quattro e la media è di circa 64 mila euro pro capite. La testa è tutta del Pd, al netto delle 13 dichiarazioni che vanno ancora presentate (nessun ritardatario, la scadenza è fissata a fine novembre). Il più “ricco” di piazza Oberdan, davanti a Franco Iacop (116.162 euro) e Cristiano Shaurli (104.719), è l’ex vicepresidente della Regione e ora capogruppo dem Sergio Bolzonello (nella foto al centro in alto), commercialista a Pordenone, con 181.457 euro lordi. «Ho inviato proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) la documentazione – fa sapere –. Nulla di nuovo rispetto al passato. Aggiungo all’indennità amministrativa anche la quota del mio studio professionale, diversamente non avrei la pensione. Giusto abrogare il vitalizio? Assolutamente sì, ma sarebbe anche opportuno introdurre un sistema contributivo come accade per tutti i lavoratori dipendenti». A completare la top five sono Simona Liguori dei Cittadini (101.982), medico oncologo, e il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin (96.464, nella prima foto in alto con Fedriga), imprenditore.

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Guardando alla coda, sotto i 30 mila euro si trovano l’ex sindaco di Trieste Roberto Cosolini, il plurivotato della Lega Stefano Mazzolini, assieme a Diego Bernardis e Elia Miani, il capogruppo di Fi Giuseppe Nicoli, l’autonomista Giampaolo Bidoli, ma i redditi più bassi sono quelli del ventiseienne leghista Simone Polesello (3.630 euro, nella foto in alto più a destra) e, poco più sopra, di un altro democratico, Nicola Conficoni, già assessore a Pordenone. I suoi 3.694 euro sono un terzo di quanto dichiarava, da studente, nel 2004, quand’era consigliere comunale. Dal 2001, si legge nel curriculum, Conficoni è socio familiare dell’azienda condotta dal padre. Nella realtà, un politico di professione.

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