Binario morto per la linea Divaccia-Pola: rischia la soppressione
POLA Rischia di fare una fine ingloriosa e di diventare un binario morto, la ferrovia Divaccia–Pola fatta costruire nel 1876 per motivi strategici dall’Impero austro-ungarico. Dopo che nel 2013 era stato soppresso il trasporto merci, ora la direzione dell’azienda ferroviaria di stato prende in seria considerazione la possibilita’di eliminare anche quello passeggeri, causa il loro costante calo. Per la verita’al momento propone solo sfoltire i collegamenti gia’ora ridotti ai minimi termini: tra i due capolinea Pola e Pinguente ce ne sono nove nell’arco di 24 ore.
Tale prospettiva ha scatenato varie reazioni da parte istriana tanto che è stato richiesto un incontro chiarificatore con la direzione stessa. Appare chiaro che la riduzione delle linee sarebbe l’anticamera del pensionamento e dello smantellamento della ferrovia istriana, ormai da anni in stato di forte degrado. Per non parlare della sua immagine, della tecnologia e degli impianti obsoleti, come se fossero rimasti fermi nel tempo a mezzo secolo fa. Il suo declino ha subito un’accelerazione agli inizi degli Anni’90 dello scorso secolo con la nascita degli stati indipendenti di Croazia e Slovenia.
Fino a quel momento la ferrovia istriana era in mano all’azienda ferroviaria slovena che nella nuova realta’per ovvi motivi ha cessato di prendersene cura concentrando invece gli sforzi e gli investimenti sulla tratta Divaccia–Capodistria. E cosi il segmento era passato sotto le ingerenze delle ferrovie croate per le quali è rimasto sempre una specie di brutto anatroccolo.
Da tener presente che la ferrovia istriana è praticamente un’isola: non è collegata direttamente alla rete croata, raggiungibile unicamente attraverso il territorio sloveno. Ogni tanto viene avanzata l’idea di scavare un tunnel ferroviario sotto il Monte Maggiore, ma poi si rinuncia per gli alti costi. Sul declino del trasporto merci su rotaia nella penisola hanno inciso il calo delle attivita’industriali e la chiusura e liquidazione di numerose fabbriche. Ma l’Istria non ci sta allo scenario, come emerso all’incontro congiunto tra i vertici della Regione della Citta’di Pisino e dei comuni centro istriani per i quali la ferrovia è di importanza vitale per il trasporto a scuola degli alunni pendolari.
Come ha affermato il sindaco di Pisino Renato Krulcic, per 200 alunni il treno è l’unico mezzo di trasporto per andare e tornare ogni giorno da scuola. E lo usano anche i cittadini dell’area per varie necessita’tra cui le visite mediche. Per gli studenti del centro dell’Istria è di vitale importanza la linea Pola – Lupogliano da dove poi proseguono il viaggio in autobus a Fiume, dove studiano. Rimane comunque incomprensibile come mai ne’l’economia e neanche la politica istriana spingano per rilanciare il trasporto su rotaia che offre numerosi vantaggi rispetto a quello su strada. E se dovesse avverarsi il piu’nefasto degli scenari, sotto la Croazia l’Istria perderebbe un grande importante lascito di epoca austro-ungarica dopo lo stabilimento navalmeccanico di Scoglio Olivi. Ma non solo, verrebbe a mancare un’infrastruttura invece presente in ogni angolo dell’Europa sviluppata. —
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