Binari sotto il Carso, frena pure la Slovenia

Ingegneri e docenti d’oltreconfine lanciano un progetto meno impattante di quello destinato a “bucare” la Val Rosandra

SAN DORLIGO Prende corpo anche in Slovenia la contrarietà alla realizzazione del progetto per il raddoppio della linea ferroviaria Capodistria-Divaccia, destinato a lambire la Riserva naturale della Val Rosandra, con danni che - sostengono ambientalisti ed esperti - potrebbero essere considerevoli per l’equilibrio naturale della zona. Un gruppo di ingegneri dell’unione slovena di categoria e alcuni docenti dell’Università di Lubiana hanno rotto finalmente il silenzio che aleggiava in Slovenia attorno all’operazione, predisponendo un documento con il quale lanciano un’idea alternativa, molto meno impattante rispetto al progetto iniziale predisposto dalla T2DK. Quest’ultima, che è la società statale slovena incaricata della gestione del progetto della nuova ferrovia destinata a collegare il porto di Capodistria e l’hub di Divaccia, aveva presentato un piano che prevede un percorso di 27,1 chilometri complessivi, con ben 41 chilometri di gallerie, misura maggiore perché bisogna prevedere il transito nei due sensi. Nel progetto alternativo invece il percorso totale si allunga sì leggermente, arrivando a 24,8 chilometri, ma con tragitto in galleria limitato a 9,2 chilometri, ottenuto realizzando un doppio binario. Sostanzialmente diverso anche l’aspetto economico: il progetto della T2DK prevede una spesa complessiva di 2,188 miliardi, quello alternativo non arriva al miliardo. «Ma per noi – spiegano Alen Kermac, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale a San Dorligo della Valle, e Rossano Bibalo, storico esponente dei Verdi a Trieste – è fondamentale l’aspetto ambientale. Con il progetto degli ingegneri e dei docenti sloveni – precisano – si limiterebbe di molto l’utilizzo della preziosa zona costiera, si proteggerebbero molto meglio le risorse idriche, le gallerie sarebbero più piccole e quindi i tempi di costruzione si ridurrebbero considerevolmente».

«Il progetto originario – incalza Bibalo – potrebbe comportare gravi conseguenze per i corsi d’acqua sotterranei, danneggiando i torrenti Rosandra e Ospo. Senza pensare alle conseguenze che provocherebbero le esplosioni di mine lungo il percorso, necessarie per spianare le rocce. Ciò che chiediamo è che si faccia tutto in maniera trasparente. Finora non c’è stato dibattito pubblico, nonostante le nostre ripetute richieste. Sappiamo che la Slovenia sta chiedendo finanziamenti ad hoc all’Unione europea – conclude Bibalo – per poter procedere con l’opera, incurante del fatto che il nostro ministero dell’Ambiente ha chiesto lumi sull’intervento. Intervento che la Slovenia, guarda caso, è stata ben attenta a tenere lontano dal torrente Risano».—


 

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