Bimbo autistico, l’Inps deve pagare l’assegno

Lo ha stabilito il Tribunale dopo che l’ente aveva revocato l’indennità mensile alla famiglia. In arrivo anche gli arretrati



Autistico e bisognoso di assistenza continua. Ma per l’Inps non è invalido, quindi niente pensione. C’è voluto un atto di un giudice per costringere l’ente a ritornare sui propri passi e far riconoscere a un bambino triestino di sei anni e alla sua famiglia il diritto all’assegno di 298 euro mensili. Anche perché senza quel sostegno, certificato dalle commissioni competenti, il bimbo avrebbe perduto anche una serie altri di benefici e servizi correlati, come il logopedista e lo psicologo.

La vicenda si è conclusa proprio in questi giorni: il giudice del lavoro Silvia Burelli ha emesso un decreto con il quale ha confermato il diritto del bambino a ricevere «l’indennità di frequenza», questa la denominazione esatta.

L’indennità in questione era stata revocata dall’Inps nel novembre dell’anno scorso nonostante nel 2015 lo stesso ente – dopo le visite dell’Azienda sanitaria – avesse certificato l’handicap (un disturbo dello “spettro autistico”, diagnosticato anche dal Dipartimento di pediatria-Area del Burlo Garofolo) «in situazione di gravità».

Il bambino, che all’epoca aveva due anni, evidenziava uno sviluppo intellettivo inferiore alla media e deficit nell’interazione sociale.

L’improvvisa revoca, avvenuta in seguito a una sorta di revisione periodica (che però, per l’autismo, non sarebbe prevista fino al compimento del diciottesimo anno d’età), appariva inspiegabile per i genitori del minore affetto dalla patologia.

Immediata l’impugnazione della mamma e del papà, assistiti nell’iter giudiziario dagli avvocati Barbara Balassone e William Crivellari.

Per i suoi accertamenti il giudice ha nominato un consulente tecnico. Lo specialista, dopo aver visitato il minore, ha depositato la propria “diagnosi” (un elaborato peritale) nel quale ha confermato la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento dell’invalidità. Il bambino, in effetti, non è in grado di gestirsi autonomamente, comunica con poche parole e ha bisogno di essere assistito continuamente da un adulto. Un quadro tipico per i bambini autistici.

Dopo il decreto del giudice riprenderanno i versamenti, compreso l’arretrato. L’Inps dovrà pagare anche le spese legali della famiglia e del consulente tecnico.

«Alla luce del provvedimento con cui il Tribunale ha riconosciuto la sussistenza dei presupposti per l’indennità – osserva l’avvocato William Crivellari – rimane inspiegabile perché l’Inps abbia ritenuto di revocare l’invalidità al bambino per una patologia come l’autismo, che allo stato della conoscenza medica è purtroppo permanente».

L’assegno aiuterà i genitori nelle spese di assistenza per il minore autistico. Un beneficio che, a cascata, permette di aprire la strada ai servizi predisposti dall’Azienda sanitaria, ma anche l’esenzione della retta dell’asilo. Il riconoscimento dà anche il diritto a un insegnante di sostegno e all’avvio di un progetto personalizzato. —



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