Bimbi in gruppetti e strutture in più: ecco la ricetta per i centri estivi

Il Comune, in attesa di indicazioni precise dal governo, studia le mosse per adeguare il servizio. Cresce il numero delle sedi



Reperimento di nuove strutture, suddivisione dei bambini in piccoli gruppi e individuazione di criteri di priorità anche diversi che tengano conto delle situazioni lavorative dei genitori. In attesa di direttive chiare dal governo, il Comune di Trieste entra nella fase operativa per l’organizzazione dei centri estivi e di “Ricrestate”.

«Vogliamo farci trovare pronti – anticipa l’assessore all’Educazione Angela Brandi –: per questo, dopo aver deciso di rinnovare già l’appalto a chi gestisce i centri estivi, iniziamo a livello organizzativo a scendere nei dettagli, cercando di ipotizzare lo scenario possibile e le dotazioni da mettere in campo, sperando le direttive nazionali arrivino quanto prima. Le soluzioni, quando si parla di bambini, non si improvvisano, servono percorsi certi che garantiscano ai piccoli e ai loro genitori la massima sicurezza». Ad aprire un concreto spiraglio per l’avvio anche quest’estate dei centri estivi è stato lo stesso ministro per la Famiglia Elena Bonetti, che ha anticipato come verrà aperto un tavolo di confronto con i Comuni proprio sul tema dei centri estivi, prevedendo un modello che contemplerà piccoli gruppi, per poter mantenere il distanziamento tra i bambini.

È proprio seguendo queste prime indiscrezioni che l’assessorato all’Educazione del Comune si sta muovendo, per non farsi trovare impreparato visto che il margine con il quale vengono annunciate nuove possibilità, in questa fase di emergenza, è molto ristretto. I centri estivi, così come “Ricrestate”, vanno ovviamente riprogettati. È evidente che ogni struttura che già veniva utilizzata a questo scopo potrà accogliere la metà dei bambini. «Per questo – anticipa Brandi – stiamo già individuando altre scuole dove sia possibile, nel caso, avviare i centri estivi: strutture scolastiche in cui non siano stati già programmati lavori nel corso della prossima estate, che abbiano spazi adeguati e un’area verde a disposizione».

Il Comune attendeva un’indicazione in tal senso già dalla conferenza stampa del premier Conte dello scorso lunedì sera, «invece, – sottolinea Brandi – non c’è stato alcun accenno alle problematiche dell’infanzia, della scuola e delle difficoltà che stanno affrontando le famiglie. Ci tengo molto al riavvio di queste realtà: i bambini restando chiusi in casa questi mesi hanno già sofferto molto, hanno bisogno di vedere i loro amici, di socializzare senza contare che questi servizi rappresentano un concreto aiuto alle famiglie nella fase di riapertura delle attività».

Quello di “Ricrestate”, la versione estiva dei ricreatori, è un servizio dedicato a bambini e ragazzi dai 6 ai 19 anni (non compiuti). Ad operare sono gli educatori del Comune. I centri estivi comunali, invece, la cui gestione è appaltata a cooperative esterne, sono dedicati ai bambini che frequentano il nido, la scuola di infanzia e quella primaria. «L’organizzazione propedeutica alla ripartenza di questi servizi non ha un costo – premette Brandi – ma poi riadattare le strutture, prevedendo un incremento delle realtà al fine di poter dividere i bambini in gruppi più piccoli, necessiterà di un maggior numero di operatori e, di conseguenza, di un incremento dell’appalto. Serviranno risorse».

Le iscrizioni per questi servizi sono già state aperte il 15 aprile scorso e si chiuderanno l’8 maggio. «È evidente – valuta Brandi – che servirà introdurre anche criteri di priorità diversi, tenendo conto dei genitori che hanno già esaurito le ferie, che lavorano non in modalità smart working». —



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