Bimba di tre mesi morta nel sonno Eseguita l’autopsia, probabile Sids
La piccola, Alessandra Maria Floria, è stata uccisa molto probabilmente dalla Sids (sudden infant death syndrome) conosciuta anche come morte in culla. Solo i risultati dell’autopsia, disponibili tra qualche settimana, potranno chiarire le cause del decesso
TRIESTE.
Hanno tentato disperatamente di svegliare la loro bambina di appena tre mesi che era nella culla. Poi terrorizzati l’hanno portata al Burlo con la loro auto. Ma non c’è stato nulla da fare. La piccola non si è più risvegliata. Si chiamava Alessandra Maria Floria. È stata uccisa probabilmente dalla Sids (sudden infant death syndrome), conosciuta come morte in culla o morte bianca.
Ma sarà comunque l’autopsia i cui risultati si conosceranno solo tra qualche settimana a chiarire esattamente le cause della morte. Il drammatico episodio si è verificato lo scorso mercoledì attorno alle 21.40 quando i due genitori, entrambi romeni, con poca dimestichezza con la lingua italiana, si sono presentati al pronto soccorso dell’ospedale infantile di via dell’Istria.
Provenivano da un piccolo appartamento vicino a piazza Garibaldi. Tra le braccia avevano la loro piccola che non si muoveva più. Hanno suonato più volte il campanello del pronto soccorso. Poi hanno consegnato Alessandra Maria al medico in servizio e hanno aspettato fuori in sala d’attesa sperando in un miracolo, che all’improvviso aprisse gli occhi. Al medico hanno spiegato che la piccola era ferma, immobile, dalle 21.15, insomma da circa mezz’ora quando erano a casa e se ne sono accorti tentando invano di svegliarla. Dopo un’ora la porta del pronto soccorso si è aperta e il medico ha comunicato ai due genitori che non c’era nulla da fare.
Non si è più svegliata passando direttamente dal sonno alla morte. La notizia della fine della bambina di tre mesi si è saputa solo ieri mattina dopo i funerali della piccola. La direzione sanitaria del Burlo ha inviato una nota in cui viene spiegato che Alessandra Maria Floria era stata «accolta in ospedale in arresto cardiorespiratorio. Non rispondeva agli stimoli. La cute era fredda e alle estremità pallida con venature bluastre». All’interno dell’ambulatorio del pronto soccorso i medici hanno tentato tutte le possibili manovre rianimatorie. Ma il ritmo cardiaco della piccola non è ripreso e nemmeno si sono attivati i parametri vitali.
«Alle 22.14 - scrive la direzione sanitaria - sono state sospese le manovre rianimatorie». Chiarisce il direttore sanitario Giampaolo Canciani: «Non c’è alcun sospetto di morte violenta o azioni di terzi che possano aver causato il fatto». Per questo motivo non è stata trasmessa alcuna comunicazione alla procura della Repubblica. Comunque sul piccolo corpo è stata eseguita l’autopsia prevista da una recentissima legge sulla «disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della morte improvvisa del lattante, Sids e di morte inaspettata del feto».
Lo scopo non è però quello di risalire a una responsabilità di tipo penale, ma anche di fornire una spiegazione agli stessi genitori permettendo loro di elaborare meglio il lutto subito oltre che far emergere elementi diagnostici utili dal punto di vista clinico. Al momento infatti non vi è una causa certa per questo tragico evento. I maggiori esperti puntano la loro attenzione sulla motivazione di natura «cardiaca».
Secondo loro infatti, la Sids sarebbe causata da una anomalia del cuore, diagnosticabile attraverso un normale elettrocardiogramma. Tuttavia, non più del dieci per cento dei casi di Sids può essere spiegato in questo modo. Alcuni studi molto recenti però hanno evidenziato che i neonati morti per Sids presentavano problemi legati al risveglio, in pratica, tendevano a dormire più profondamente del normale. Ciò causerebbe una incapacità nel controllare le proprie funzioni vitali.
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