Bimba di Sagrado nata a Šempeter: è apolide
Nasce all'ospedale di Šempeter da papà italiano e mamma statunitense. Ma almeno per le prime settimane di vita risulterà apolide. La curiosa vicenda di una bimba nata da una coppia di genitori residenti e conviventi a Sagrado pare aver messo subito a nudo un “virus” nel complesso - e ancora non del tutto definito - sistema del Punto nascita transfrontaliero. Un “bug” formale che al momento lascia una bimba senza cittadinanza, un padre senza la piena certificazione della sua paternità, e una mamma straniera senza la possibilità di espatriare. Un bel busillis, non c'è che dire.
Emma ( il nome è di fantasia) è attesa dai genitori a settembre. Decide però di venire al mondo in anticipo e nasce il 17 agosto scorso, con ben tre settimane prima della naturale scadenza prevista. Il lieto evento coglie impreparati mamma e papà, che in quel momento si trovano in Slovenia per trascorrere del tempo libero. La coppia decide di correre all'ospedale di Šempeter, dove Emma diventerà una delle primissime creature italiane nate oltreconfine. Italiana? Non proprio, o meglio non ancora, a sentire il racconto del padre. «Non abbiamo avuto dubbi nello scegliere Šempeter – spiega – sia perchè Emma ci ha colti di sorpresa, sia perché sapevamo di essere in ottime mani, in quanto il ginecologo che ha seguito la gravidanza è italiano (il direttore sanitario Marco Gergolet di Doberdò che è anche direttore sanitario dell’ospedale di Šempeter ndr). E infatti ci siamo trovati benissimo».
Le sorprese sono arrivate successivamente. «Quando mi sono recato in Comune a Nova Gorica per le pratiche di iscrizione all'anagrafe ho avuto una doccia fredda. Nell'estratto del certificato di nascita compare solamente il nome della madre, mentre su quello del padre è stata tracciata una riga. Eppure porta il mio cognome, perché ovviamente l'ho riconosciuta subito sin dalle prime carte firmate all'ospedale. Ma la legge in Slovenia prevede questa prassi, dal momento che io e la mia compagna risultiamo conviventi e non abbiamo dunque un certificato matrimoniale. Ciò stride con le normative Ue. Mi hanno detto anche che avremmo dovuto manifestare prima della nascita le nostre intenzioni, ma l'anticipo con cui Emma è venuta al mondo non potevamo certo prevederlo». A questo punto, però, la burocrazia ha innescato un delicato effetto-domino che ha attraversato il confine ed è giunto alla Questura di Gorizia.
La compagna del papà sagradino è cittadina statunitense. Ha goduto di un permesso di soggiorno in Italia per cure mediche (vista la gravidanza) che scade attorno al 20 ottobre. Ma se le carte non dimostreranno che Emma è figlia legittima di padre legittimo e italiano, la sua posizione potrebbe almeno teoricamente complicarsi. La permanenza sul territorio nazionale dopo quella data sarebbe irregolare. Non solo: attualmente non può muoversi dal territorio nazionale, il che le impedisce di recarsi all'ambasciata Usa di Lubiana per tentare almeno la carta della cittadinanza a stelle e strisce per la sua Emma.
«Questa bimba non è italiana, non è americana e non è slovena - la butta in ridere il genitore - . Ho informato della situazione anche il Comune di Gorizia e il sindaco Romoli – spiega - ; nell'essermi di grande aiuto hanno ammesso che questo è il primo caso di questo genere a capitare».
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