Il bilancio di Trieste approvato nella notte: ecco cosa prevede la manovra da 876 milioni

Il voto dopo una lunga mediazione tra le parti: accolta una decina emendamenti dell’opposizione. Polemiche per la stretta sui tempi

Francesco Codagnone
Consiglio Comunale di lunedì sera a Trieste. Foto Massimo Silvano
Consiglio Comunale di lunedì sera a Trieste. Foto Massimo Silvano

L’accordo è stato trovato. Il bilancio di previsione del Comune di Trieste per il triennio 2025-2027 è stato approvato poco dopo le 2.20 di questa notte.

Il contingentamento dei tempi dettato dal presidente dell’aula Francesco Panteca – a memoria un inedito assoluto nel Consiglio comunale di Trieste – blinda l’approvazione della manovra da 876 milioni.

Tra le più alte degli anni recenti, vede i principali stanziamenti per welfare (132 milioni), opere pubbliche (267 milioni), istruzione e diritto allo studio (41 milioni), più altri 300 mila euro che finanzieranno le proposte avanzate dai partiti di centrosinistra.

Gli emendamenti del centrosinistra

Tra il centinaio di emendamenti depositati dall’opposizione (su un totale di 121) la maggioranza decide di finanziare programmi di assistenza per le famiglie in difficoltà, centri diurni, riqualificazione delle aree verdi, interventi di manutenzione su palestre e interventi culturali.

La stretta sui tempi

Per il terzo anno di fila il Consiglio comunale approva la finanziaria municipale entro il termine del 31 dicembre, ma il voto alla delibera firmata dall’assessore Everest Bertoli arriva in un’aula ancora una volta scossa dalle divisioni.

L’esposizione del documento doveva iniziare venerdì scorso alle 15, con una prima seduta poi conclusasi dopo nemmeno tre ore in un nulla di fatto. Troppe le polemiche e le tensioni attorno all’originale proposta del presidente Panteca di applicare il nuovo regolamento dell’aula, che nell’articolo 19 prevede la possibilità di fissare dei tempi massimi entro i quali discutere il bilancio.

L’aula sospesa

Una misura bollata come «antidemocratica» dall’opposizione, oltreché in contraddizione con il regolamento stesso del Consiglio comunale (il quale in questo caso anzi prevederebbe il raddoppio dei tempi), e che aveva suscitato perplessità anche tra alcuni consiglieri di maggioranza. Il forzista Alberto Polacco aveva così chiesto una chiusura anticipata della seduta, per «valutare le modalità della discussione».

La lunga mediazione

Passato il weekend, i lavori riprendono alle 14 di ieri, ma le prime quattro ore sono turbolente: destra e sinistra levano gli scudi, i consiglieri Riccardo Laterza (At) e Giovanni Barbo (Pd) rischiano di essere espulsi dall’aula (c’è uno scontro verbale tra questi e Gabriele Cinquepalmi di FdI) e la seduta procede a singhiozzi.

Il vero confronto politico avviene non sui banchi, bensì nel fuori onda, durante la conferenza dei capigruppo.

L’accordo tra le parti

Alla fine l’accordo è trovato, ma è un compromesso. La giunta accorda di far propria parte degli emendamenti dell’opposizione. In aula si parla di un finanziamento totale di 300 mila euro per le istanze del centrosinistra. In cambio c’è l’impegno a votare il bilancio e chiudere baracca e burattini prima dell’alba. I tempi vengono pertanto contingentati e fissati in un tetto di 20 ore. Dodici destinate al centrodestra, i cui consiglieri tendono a non intervenire: 12 ore che, pertanto, è come se non ci fossero.

Il contingentamento

Le rimanenti 8 sono riservate al centrosinistra e distribuite in modo proporzionale tra i partiti, penalizzando i più piccoli. Al Pd spettano in tutto 4 ore, mentre ad Alessandra Richetti, unica consigliera del M5s, resta solo mezz’ora tra interventi ed emendamenti. I colleghi di opposizione decidono pertanto di cedere una quota dei propri minuti alla pentastellata, convinta fino alla fine che «difendere il dibattito democratico non significa solo lottare per più minuti di parola, ma per il diritto a rappresentare a pieno i cittadini», dice Richetti.

La discussione tesa

All’inizio della discussione gli animi sono tesi. «Con questo bilancio la maggioranza continua a fuggire dalla realtà», sferza il municipalista Laterza, affilando «crollo delle attività produttive, prezzi alle stelle, affitti impazziti: servono interventi economici e sociali per affrontare questi problemi che invece si continuano a ignorare». Il dem Francesco Russo valuta «incredibile» che «il sindaco voglia spendere i soldi del Carciotti per fare ancora più bella piazza Unità, e non per il playground per piazzale Valmaura, o per rispondere al disagio denunciato da chi vive alle case dei Puffi».

Intorno alle 21 inizia la conta degli emendamenti: dei 121 presentati, l’assessore Bertoli fa propri quelli del centrodestra e una decina del centrosinistra. L’esito del voto è scontato: la maggioranza ha i numeri. —

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